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Ogni tanto mi metto pure a suonare…

Musica Generativa.

Oggi voglio spendere un paio di righe su una frontiera musicale che non avevo mai inquadrato seriamente (diciamo che involontariamente ci picchiai la faccia con Electroplankton per NDS), ma per conoscenza personale fa sempre bene sapere come funziona. Una idea che si lascia sviluppare, crescere ed evolvere senza la possibilità di piegarla al nostro volere quanto lasciarci trasportare dal suo flusso. Il concetto di “musica automatica” è abbastanza interessante, siamo in ambito puramente sperimentale. Come funziona? Si applicano algoritmi matematici con dei parametri definiti per poi vedere cosa succede. La matematica produce musica. Tutto qui. Con ovvi requisiti come l’avere un minimo di regole per mantenere una coesione e ricorrenza nei temi del brano, altrimenti è caos totale. In tale campo si spazia praticamente ovunque, ad esempio gli schemi fisici della natura sono impiegati nella creazione di questo tipo di musica o modelli matematici come i frattali. Nel corso degli anni il connubio uomo-macchina ha trovato nel software un supporto immancabile. Non mi riferisco ai softsynth o i VST (concettualmente rispondono ai prerequisiti della musica generativa, basti pensare che di fatto si producono suoni partendo da codici e stringhe per creare tessiture ad esempio di un basso) ma piuttosto a programmi dedicati. Al momento il più famoso e pionieristico si chiama Noatikl, erede di un altro programma (Koan) ideato vent’anni fa a cui collaborò uno dei massimi esponenti del genere  ovvero Brian Eno. La diffusione di questo approccio artistico ha trovato sfogo e applicazioni ad esempio nella musica di sottofondo per le installazioni nei musei oppure terapeutico. Il minimalismo elettronico nella musica ambient e molto altro ancora. Se ciò vi ha un pochino incuriosito, a inizio post ho embeddato un video di QOOB.TV, dove uno dei primi autori di musica generativa fu niente meno che Mozart, mentre i più audaci si potranno cimentare nella lettura di questo articolo, completo ed esaustativo.

L’esplorazione del Chiptune.

In quanto smanettone musicale, devo ammettere che ci sarebbe un genere che mi piacerebbe sperimentare, ovvero il chiptune o 8bit music. I più smaliziati sapranno dove vado a parare, da sempre appassionato di retrogaming, l’idea di fare della musica ad 8bit potrebbe trovare uno spunto interessante, anche se materialmente resterebbe di nicchia. Insomma in quanti ascoltano i dischi degli YMCK o Pixelh8? Ma di cosa si tratta? Semplice, avete presente le musichette nei videogiochi anni 80/90 (su VGM c’è un database ricchissimo e tutte in formato MIDI), tipo Atari, Amiga, Commodore 64, Nes, Mega Drive e arcade da bar? All’epoca i suoni non erano prodotti come oggi, non si disponeva di ingenti quantità di memoria ma si doveva ottimizzare il tutto in una manciata di kylobyte e così venivano direttamente generati da una circuiteria interna dedicata, da qui il termine chiptune. Ecco ad oggi esistono tantissimi strumenti virtuali (generalmente non standalone, hanno bisogno di un sequencer/editor tipo Cubase o Ableton) ma ce n’è uno che potete provare tranquillamente e non richiede programmi aggiuntivi, il Gashisoft GXSCC (emula il chipset SCC della Konami). Prendete un file MIDI, lo draggate dentro, premete play et voilà ecco la vostra song preferita diventare a 8bit. Oppure se siete fan del Gameboy con Little Sound DJ avrete l’interfaccia originale per programmare le musiche come se foste davanti alla consolina portatile. Chiaramente non è ciò che devo guardare ma cose professionali, preparate ad hoc, che garantiscano una interfaccia seria, tante possibilità e preset. Esiste un solo programma in grado di fare le cose in maniera decente e con una palette di emulazione al momento inarrivabile, il Plogue Chipsounds. E ora sono cazzi! Obiettivo? Fare roba come questo tipo.

Vaio o non Vaio?

Dopo aver aggiornato l’hardware/software musicale in questi ultimi giorni (per questo non scrivo una mazza, non ho tempo) mi manca il cuore della baracca. Il mitico FE21B che per inciso funziona ancora a dovere (anche adesso) ha un centrino Duo che oramai non regge il calcolo necessario ai softsynthesizers di fare il loro lavoro senza clippare, o perlomeno di tenerne aperti quattro/cinque contemporaneamente in Cubase. In produzione musicale è una eventualità che non deve accadere in quanto se suoni in realtime ma il tutto si impasta, scatta e scrocchia (da qui il termine clippare), si lavora malissimo. E per fortuna che non devo registrare tot strumenti alla volta, il disco fisso non è certo adatto essendo un 5400 rpm. Abbandono così del tutto l’ambiente Mac dal quale ho tratto soddisfazioni, ma ha delle seghe che non mi vanno giù nemmeno con la buona volontà. Pace all’Apple. Confermo la fiducia a Sony in concomitanza dell’arrivo sul parco macchine configurabili dei nuovi intel i5 e i7 e dischi a strato solido, optando per la Serie F Ancora una volta portatile, semmai non il massimo per fare musica ma le esigenze personali non sono eccessive: registrare qualcosa, djing, usare programmi che mangiano processore più che altro, con dei requisiti consigliati fermi ai Core 2 Duo. Quindi stiamo abbondanti. Se si vuole fare musica si va di protools e migliaia di Euro. Troppo per uno smanettone come me. In settimana farò un ulteriore giro nelle varie catene della zona, ma credo che andrò direttamente nello store online, ci mette 3 settimane ad arrivare ma almeno lo configuri come vuoi tu ed esce direttamente dalla fabbrica. E l’attuale portatile lo uso come sintetizzatore esterno, che lo processo dentro i vari pre della scheda audio/mixer/multieffetti vari… huhuhuuhu…

D-Touch: costruisci un synth casalingo.

Oggi un post per i curiosi e gli smanettoni. Se pensavate che il Reactable fosse un progetto fine a sè stesso, qualcuno ha ampliato l’idea. Si può costruire una drum machine con tanto di sequencer in casa preparando dei segnalini visuali che il computer legge e interpreta attraverso il software (e una webcam). Il video è decisamente esplicativo, se siete stufi di ammucchiare soldi per comprare un MachineDrum della Eleketron, è la volta buona che con una modica spesa (carta) e tempo (forbici) possiate fare una cosa decente. Richiederà solo la registrazione per scaricare il minimo indispensabile.

Nintendo Korg DS-10 Plus.

Non mi aspettavo che un softsynth su console portatile avesse un successo tale da giustificarne una nuova release. Sia chiaro, rimane più un gioco che strumento ad uso professionale (nonostante suoni molto bene), però la cosa mi ha piacevolmente sopreso. Con piccole riserve. Tanto per cominciare l’upgrade riguarderà solo gli utenti del DSi, il recente restyle del portatile Nintendo, tutti gli altri si attaccano. E a ragione in quanto il synth girerà lo stesso ma avrà l’unica differenza di avere il controllo di editing in realtime della song mentre ora non è possibile (in pratica si deve stoppare la canzone ed agire manualmente sui singoli pattern). La vera novità consiste nel raddoppio del motore di sintesi, da 2 a 4 e della sezione ritmica, da 4 a 8 piste. Tutto qui, mancheranno sempre un arpeggiatore, funzioni di undo, l’online, la mancanza di un reale controllo della baracca. Del resto nessuno pretende che si interfacci con un PC via wireless e suonarlo con una tastiera MIDI anzichè il fottuto pennino. Solo io lo penso eh? (nel caso ve lo chiedeste a fine filmato per retailer si intende già nei negozi, in giappone il DS-10 uscì prima solo su internet).

pensieri domenicali…

Ciclicamente siamo bersagliati da pallini che bene o male ritornano, quelle sintomatiche manie che riafforano.. Sarà il cambio stagione, sarà qualche disturbo fisico. Sarà l’alternarsi del bello e del brutto tempo, oppure che ascoltarsi Gahan non aiuta, ma il suo disco è bellissimo. Al contrario il nuovo Goldfrapp mi è sembrato troppo dispersivo. Vabbè, dicevo. Sarà in realtà lo spudorato cambio €/$ a farmi seriamente pensare di comprare qualche macchinone di generazione sintetica come il POLAR TI della access a 1200 anzichè 2200.

Virus Polar Ti, attualmente una delle migliori macchine di sintesi in circolazione. Diretto discendente del suo fratellone, il Virus Ti Keyboard, che poi punterei al rack senza tastiera più economico.

Certo che se lo combinassi con il sempre mitico machinedrum della elektron, ora a 1190 (ma in dollari lo pagherei 850 euri, che nervoso. Quasi quasi vado negli States?), rimetto in piedi l’intera baracca con due moduli. O meglio la aggiorno.


Sono ANNI che corro dietro al MD ma il prezzo è sempre uguale…

Boh, magari domani mi passa… :mrgreen:

Voglia di Virus…

Ci manca veramente poco per fare la cagata dell’anno.
E tutto perchè ho riacceso il mio fido MS2000 dopo mesi e mesi in disuso.
I miei vecchi baracconi per la permuta (un Roland MC-505 e un SP-808) verrebbero valutati per un totale di 650 euro…
Il che mi permette di prendere il rack (il primo in alto) a 1000 euro, il Polar o il Keyboard a 1600. Ah, che pirla, non vi ho presentato di cosa si tratta. Beh, il Virus è uno storico modello prodotto dall’Access da cui potete ascoltare qualche clip per farvi un idea che pasta sonora produce quel figlio di puttana.
Sono anni che lo rincorro, dai tempi del modello A che ho avuto per qualche settimana…
Questa è l’evoluzione della specie. un motore capace di 80 voci di polifonia, oltre 120 effetti, 3 oscillatori con 68 (!!!) forme d’onda e 2 potentissimi inviluppi. Per non parlare dei filtri e gli oscillatori per generare il suono e presets a valanga…
Si interfaccia via USB con un PC/Mac e lo si comanda come un tranquillissimo plugin software nel sequencer, sia VST che AU, oltre a gestire ulteriori macchine ad esso collegato. Andando in quel modo non si parla nemmeno di conversione Digitale / Analogico, il suono entra puro. Prima nel suo genere… Punterei alla versione a Rack perchè mia madre mi spella se vede quel metro di tastierone e posso sempre usare l’MS per pilotarlo. E comunque la rifinitura avverrebbe via sequencer sul computer. Senza contare lo spazio ristretto che ho…
Non resisto, la scimmia del musicista si è di nuovo impadronita di me. Con il mac, un disco esterno (che ho già) per sopperire la merdata che monta, Logic 7, basterebbe una scheda audio da 200 euro (MIDI, input audio) e sono in bolla come una volta.
Per la cronaca l’esperimento Ragionevole è fallito miseramente.
Suona da scoreggia, pur tutto l’impegno (e immaginazione) che si vuole. Più che altro manca la manualità fisica della macchina, sono sempre stato un virtuoso, plasmare i suoni girando i controlli, sperimentare. E l’immediatezza.
Tutta roba che manca se si usa del software…

…e per chiudere ci sarebbe anche questa macchinina qui che me piase tanto tanto…

Una bella Machine Drum vecchio stampo. Ma con 4 motori di sintesi. Anche a lei corro dietro da anni e mi costerebbe 600 euro. Ma non posso averle entrambe.
E sopratutto ho voglia di un macchinone per smanettarci sopra un bel pò.