E alla fine Catherine…

Dopo aver passato qualche settimana nei forum e qui intorno, sciorinando del predicato sulla possibilità di attendere una versione PAL verso questo autunno (onestamente si andrà leggermente più avanti), anche per aiutare chi si imbarca l’idea di portarlo qui, oggi vado dal Beppe e voilà, a un prezzo onestissimo (ricordo il cambio attuale euro/dollaro), me lo sono portato a casa, in edizione limitata con l’ost. Perchè? 6 mesi non li aspetto, da qui in avanti sarà un botto regolare. Deus Ex Human Revolution il 26 Agosto, 8 Settembre Gears of War 3, metà Ottobre Forza Motorsport 4 e poco prima Rage (da Id Software, quelli di Doom) e Batman Arkham City, seguito del fortunato Arkham Asylum. C’è pure il nuovo Silent Hill. A Novembre l’ennesimo Assassins Creed (revelations). Catherine non aveva spazio. Altro da aggiungere, nessun titolo della Atlus è mai stato tradotto, tanto meno nei sottotitoli. Che faccia o meno la stessa fine, è impossibile parlarne con certezza adesso. Probabile una storpiatura in fase di traduzione, visto lo slang e il linguaggio usato, allineato a contenuti maturi e ben diretti. I dialoghi sono tanti. Dopo una sessione nutrita posto solo un paio di righe, in gergo first impressions, giacchè sono al 4 giorno (nel gioco) pari a un 45% di completamento dello stesso. Con questo ritmo andiamo sotto le dieci ore di durata ma la rigiocabilità è alta, primo perchè lo porto avanti a livello easy, sono fottutamente impedito, secondo perchè offre ben otto finali diversi. A seconda se facciamo i bravi o meno con la nostra morosa, nonostante abbiamo poco controllo sugli eventi e la Catherine ventenne finisce sempre nel nostro letto. Gameplay abbastanza atipico, un mix tra avventura grafica (niente di eccezionale, solo interagire con altri) e puzzle ben congegnati, il tutto in atmosfera piuttosto bizzarra, follie tipiche nipponiche, tanto softcore, e un profondo studio psicologico del protagonista, di scelte più o meno discutibili che ci portano con naturalezza al posto del protagonista, un bel senso di immedesimazione. Peccato per un sistema di controllo non proprio eccellente, ma non è qui che il titolo Atlus effettivamente punta. Come sempre se mi andrà una volta finito vi sparo qui una bella critica completa, per ora abbastanza soddisfatto. Atipico, tanto basta per attirarne la personale attenzione.

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