Il Cavaliere Oscuro: il Ritorno recensione

All’anteprima nazionale esco felice ed emozionato come un bimbo, con la tremarella e le mani sudate (beh è stata più lancinante l’attesa), la fine della trilogia per eccellenza, non si potrebbe dire altrimenti, di Batman è destinata a lasciare una traccia permanente nel mondo del cinema, nella sua magia a concretizzare su schermo tanto stupore, con tanto di esplosione d’applausi in sala al termine. Ogni film della trilogia ha una sua anima, una sua struttura. L’importante è non cercare inutili paragoni con i precedenti. The Dark Knight è un film epico e a suo modo diverso, coeso e tenuto in piedi dal villain per eccellenza dell’universo di Kane, ha ben altro carisma al di là di Ledger. Bane non è il Joker per intenderci. Begins con Spaventapasseri (qui ancora presente ma ai bordi del cameo) getta le basi che poi verranno compiute in Rises, cui nolente o dolente è l’epilogo che deve chiudere ogni tassello. Ha una economia complessa da gestire e si vede negli oltre 160 minuti. Tirato nella prima porzione dopo il rapimento di uno scienziato, scende con parziale sfilacciatura sui piani nella trama, sussultando nei toni drammatici, per poi arrivare a un crescendo esplosivo ed inarrestabile. Sebbene la scena principalmente se la piglia Bruce Wayne, Bane antagonista si è rivelato la scelta migliore e più verosimile per redimere Gotham, seriamente sull’orlo del baratro. Tecnicamente nulla aggiungere, sia come regia, fotografia e impianto speciale. Superiore ai precedenti film è semplicemente oggettivo. Tutto il cast a cui Nolan ci ha abituato, compie a dovere ogni compito, compresa Anne Hathaway, che fa sbavare nei panni di Catwoman e Caine (Alfred) che è quasi riuscito a commuovermi e Oldman, beh, anche un cartonato di Gary terrebbe in piedi la pellicola. Zimmer è sempre stato potente nello score ma stavolta è letteralmente scatenato. Le storte vi sono, venali e solo responsabili in fase di doppiaggio, massacrante Bane, non ci siamo, farlo parlare senza accento era troppo difficile? Renato Mori peccato non ci sia stato per Freeman (Fox).

Non vorrei trovarmi nei panni della prossima crew che porterà nei prossimi anni sul grande schermo il pipistrello, ma Nolan, da grande Maestro contemporaneo, ha lasciato tutto in ordine (niente spoiler) per andare avanti. E’ impossibile chiedere di più: una conclusione così drammaticamente ampia, spettacolare, con un crescendo incontenibile e travolgente, porta Rises sui lidi del Maestoso. Resterete sbalorditi.

(oppure totalmente schifati, sicuramente non indifferenti).

3 commenti su “Il Cavaliere Oscuro: il Ritorno recensione”

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  2. Ho purtroppo notato che non molti sono dello stesso avviso. Continuano a paragonarlo con il precedente e non va assolutamente fatto, come suggerito. Per me come detto non si poteva chiedere di più. Grazie per il link alla rece. 🙂

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