Il Cavaliere Oscuro recensione.

Il restart di Batman da parte di Nolan confluisce (dopo aver gettato le basi nell’ottimo Begins) in uno scavo psicologico che ha ben poco da invidiare alle tante trasposizioni cinematografiche del genere. In poche parole ci troviamo di fronte a un risultato mastodontico, imponente, senza cali di tensione (altissima e palpabile) confermandosi come l’Episodio di grande forza emotiva e narrativa che ogni fan aspettava, ma anche da coloro che si aspettano del gran cinema. Qualitativamente ricco nella regia, nella tecnica, con scene e battute memorabili, nella storia qui spessa, matura e importante. Non è un filmetto dark hollywoodiano fracassone da 150 milioni di dollari. Siamo lontani dai canoni fumettistici Burtoniani (il confronto con il Joker di Nicholson è inutile), a dire il vero siamo lontani da una trasposizione fedele al fumetto (come la nascita di Due Facce), siamo di fronte a una vera e propria opera dove le certezze vengono demolite e plasmate, dove nessuno si salva. La lucida follia del caos muove il Joker, da sempre il personaggio più amato, ora di fronte in tutta la sua potenza visiva, mosso nei suoi ideali, reale personificazione del male (merito di un inarrivabile Ledger, qui l’oscar postumo sarebbe un riconoscimento alla memoria lodevole), vero cancro di Gotham, cancro figlio dalla stessa città, l’antitesi perfetta di un Batman che comincia a dubitare di se stesso, in un certo senso mostro allo stesso modo.
Non vado oltre. In mezzo al piattume di questi ultimi tempi, il Cavaliere porta una vera e propria sferzata in sala come non si assisteva da tempo.
Andatelo a vedere!

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