La fine di Guitar Hero

Sì. Dopo due miliardi di dollari di fatturato e una vomitevole sequela di spinoff, concorrenza aggurrita, scaffali inondati di periferiche chitarrose, piatti per DJ, batterie e quant’altro, salta in aria come una bolla di sapone la bandiera del casual gaming, indiscusso successo di questa generazione di console. Forse non c’entra molto ma Nintendo lo sa e spesso prende contromisure, per quanto rimanga con il sell rate più basso (cioè il rapporto di giochi acquistati da un singolo utente molto più basso rispetto alle altre macchine). Sono tipi di gioco che fanno gudagnare un botto subito ma alla lunga ti fregano perchè l’utenza a cui sono dedicati non continuano a comprare di getto, ciò che di fatto sono aggiornamenti scrausi, semplici datadisk con zero innovazione. Mentre il core gamer compra spesso a prescindere (ogni riferimento è puramente casuale). La notizia è ufficiale dopo che in Activision si sono accorti di aver chiuso in positivo l’anno fiscale (4,45 miliardi di dollari rispetto ai 4,28 dell’anno precedente) ma l’unica voce in crollo verticale è proprio quella del famoso rhythm game. Insomma che serva di lezione!

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