L’esplorazione del Chiptune.

In quanto smanettone musicale, devo ammettere che ci sarebbe un genere che mi piacerebbe sperimentare, ovvero il chiptune o 8bit music. I più smaliziati sapranno dove vado a parare, da sempre appassionato di retrogaming, l’idea di fare della musica ad 8bit potrebbe trovare uno spunto interessante, anche se materialmente resterebbe di nicchia. Insomma in quanti ascoltano i dischi degli YMCK o Pixelh8? Ma di cosa si tratta? Semplice, avete presente le musichette nei videogiochi anni 80/90 (su VGM c’è un database ricchissimo e tutte in formato MIDI), tipo Atari, Amiga, Commodore 64, Nes, Mega Drive e arcade da bar? All’epoca i suoni non erano prodotti come oggi, non si disponeva di ingenti quantità di memoria ma si doveva ottimizzare il tutto in una manciata di kylobyte e così venivano direttamente generati da una circuiteria interna dedicata, da qui il termine chiptune. Ecco ad oggi esistono tantissimi strumenti virtuali (generalmente non standalone, hanno bisogno di un sequencer/editor tipo Cubase o Ableton) ma ce n’è uno che potete provare tranquillamente e non richiede programmi aggiuntivi, il Gashisoft GXSCC (emula il chipset SCC della Konami). Prendete un file MIDI, lo draggate dentro, premete play et voilà ecco la vostra song preferita diventare a 8bit. Oppure se siete fan del Gameboy con Little Sound DJ avrete l’interfaccia originale per programmare le musiche come se foste davanti alla consolina portatile. Chiaramente non è ciò che devo guardare ma cose professionali, preparate ad hoc, che garantiscano una interfaccia seria, tante possibilità e preset. Esiste un solo programma in grado di fare le cose in maniera decente e con una palette di emulazione al momento inarrivabile, il Plogue Chipsounds. E ora sono cazzi! Obiettivo? Fare roba come questo tipo.

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