Occhio alla testa…

Sì, domani occhio al capoccione, cari amici del Nord Italia. Un satellite della Nasa, l’Upper Atmosphere Research Satellite (UARS), dopo il suo ventennio di servizio all’umanità, è andato in pensione. Prassi piuttosto comune, con la differenza che si disintegrano prima e/o si inabissano in mare o zone non popolate. Stavolta qualcosa deve esser andato fuori calcolo, sicchè pare che dei 26 pezzi che non andranno in polvere, qualcuno potrebbe caderci letteralmente in testa. Citando la Repubblica il quadro della situazione è abbastanza chiaro:

“La zona di caduta individuata è un’area di 200 chilometri che comprende Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli, Liguria ed Emilia Romagna. Al stato non è neanche possibile stabilire che tipologia dei 26 frammenti previsti potrebbe abbattersi sul nostro territorio: si tratta di pezzi, ha spiegato il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che vanno da 158 chili a sei etti. Allo stato delle simulazioni la probabilità che un frammento colpisca il nostro Paese è dello 0,9%. Gabrielli ha spiegato che sono “due sono le possibili traiettorie che interessano il nostro Paese e due le eventuali finestre temporali in cui potrebbe verificarsi la caduta di uno (o più di uno) dei 26 frammenti in cui dovrebbe disgregarsi il satellite: le tra le 21,25 e le 22,03 di domani e le 3,34 e le 4,12 di sabato. Secondo l’ultimo report che ci è stato consegnato, la possibilità che i frammenti cadano sul nostro territorio corrisponde ad una probabilità dello 0,9%”. Per Gabrielli, “la certezza di un eventuale impatto a terra si potrà avere solo tra i 40 e i 60 minuti prima. E questo consentirà, eventualmente, di circoscrivere il raggio di possibile caduta in un’area di 10-20 chilometri”.

Sempre con quel gustoso tasso di approssimazione. Insomma buona fortuna!

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