recensione Evangelion Shin Gekijōban: Rebuild 2.02/2.22

Ieri pomeriggio con il buon Berto sono andato al Grandemilia. Tra gli scaffali sempre disordinati dei blu-ray ecco che spunta il You Can (Not) Advance, ovvero secondo film cinematografico del progetto Rebuild of Evangelion, indiscusso tassello pesante nel panorama della serie principe degli anni ’90. Non avevo seguito più di tanto perchè all’epoca del primo film sapevo che si andava per le lunghe, non certo come per Kenshiro, che ha chiuso la pentalogia in pochi anni. Il progetto Rebuild consiste in una quadrilogia per riproporre Evangelion in una forma curata sotto l’aspetto dell’animazione (per stare mostruosamente al passo con  i tempi) e con l’intento di rendersi accessibile anche a coloro che non sono abituati alla serie. In pratica è una specie di reinterpretazione senza concedersi molte libertà, ma sufficiente per stimolare l’interesse dei fan di vecchio corso (che di fatto vedranno cose diverse) e accaparrarne di nuovi. Partita lo scorso 2007 avrà il suo terzo episodio quest’anno (se mantiene la prassi del biennio tra un capitolo e l’altro) e probabilmente arriverà da noi l’anno prossimo, intendo per il mercato nostrano curato come sempre da una strepitosa Dynamic Italia. Il punto è che non sappiamo quando gli ultimi due tasselli verranno messi in onda nelle sale giapponesi, se uno dopo l’altro (così pare) o se dovremmo (ahinoi) aspettare altri 3 anni per vedere la parola FINE. Se con l’alternativa al finale regolare della serie (Air/Magokoro wo, kimi ni) la visione d’insieme è talmente criptica e spalmata su più piani psicologici, in pieno allineamento con lo spirito della serie, Hideaki è ancora una volta in grado di sorprendere lo spettatore, come detto pocanzi reinterpretare l’universo “evangeliano” preparandosi per il botto di un gran finale che si preannuncia ancora una volta fuori da ogni schema. In Rebuild 1.01 il film bene o male procede secondo quanto visto con la serie regolare, opportunatamente ristretta e tagliuzzata, con l’innesto ovvio di materiale inedito. In questo 2.02/2.22 prende forma una virata degli eventi che possono solo preannunciare maestosi ed inquietanti risvolti. Magari un finale meno strizzacervelli e libero da interpretazioni, bellissimo per carità, ma lo abbiamo già. Anzi ne abbiamo già due. L’edizione curata da Dynit è superlativa, ricca di extra, copione, trailer di ogni tipo (pure quelli preparati per i treni giapponesi), scene inedite (purtroppo sono semplici prerendering). Per l’edizione Blu-Ray (e credo anche per il DVD) manca clamorosamente un trattamento da Limited come vista per l’1.01 e mantenuta in giappone. Solo le primissime copie contengono una cartolina 3D. Ma insomma, niente gadget, libretti, artwork… Nonostante questo la visione è letteralmente da mascella per terra per pulizia e sapiente incastro tra tecniche d’animazione tradizionali e CG. Chissà dove arriveremo. Cast originale, l’immancabile Shiro Sagisu con il suo score sempre potente e in grado di esaltare i momenti salienti del lungometraggio. Insomma che palle aspettare l’epilogo…

(nota a margine 2.22 è usato da Dynit per indicare l’edizione rimasterizzata e con gli extra. Non a caso la riedizione di you are not alone è battezzata 1.11)

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