recensione i simpson il film


locandina da Yahoo! cinema

Se qualcuno pensa che i Simpson dopo vent’anni e oltre 400 episodi di carriera siano in fase calante, dovrebbe ricredersi vedendo il box office che si prepara ad uno sforo worldwide di mezzo miliardo di dollari, segno tangibile che la trovata del film nel suo impatto commerciale è riuscito pienamente e conferma di un franchise duro a morire (nonostante le dichiarazioni di Groening). Il film lo dico subito non mi ha entusiasmato o meglio sono entrato con pretese tipiche del fanboy di vecchia data. Ma in sostanza ho trovato meno mordente rispetto allo standard nella serie televisiva e proprio per esser destinato al grande schermo, si doveva osare di più. Lasciamo stare cosa offre oggi il mercato, i Simpon hanno fatto scuola. Intendevo non limitarsi al taglio registico di importanza per l’occasione (libertà come il 3D che si integra bene) quanto l’anima stessa che ci si aspetta da una produzione di questa portata. Una partenza a razzo e le cartucce migliori (alcune veramente geniali come ai bei tempi) se ne vanno praticamente subito per lasciar posto a ritmo discontinuo, gag troppo telefonate e narrazione che sotto sotto riprende un best of a collage della serie stessa (come il “trip” di Homer) e neanche tanto originale. Non avrei perdonato stravolgimenti nella cara Springfield, però ci si poteva spremere oltre le tante citazioni più o meno velate (da biancaneve a terminator 2 o gli innumerevoli finti coreani nel cast a fine titoli di coda).

Il risultato è un episodio da “tivìì” allungato che ripropone i mitici gialli ancora oggi inossidabili (e qualche crepa evidenziata nelle ultime stagioni) ma il senso del film è riassunto già dalla prima battuta di Homer, autoironico: a che serve spendere 7 euro per vedere un episodio che si può tranquillamente guardare nella comodità di casa? Per gli appasionati sarà imperdibile!

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