recensione Pirati dei Caraibi: Ai Confini del Mondo.

Come era lecito aspettarsi da un franchise pompato all’inverosimile alla fine doveva lasciare l’amaro in bocca. Non mi va di rovinarvi la visione, inevitabile se avete apprezzato i precedenti episodi. Ma volendo dare un piccolo scorcio della sceneggiatura posso dire che non mi è parsa all’altezza e male ingrana: troppo frammentata e a ritmi alterni, cozzaglia piena di capovolgimenti, dannatamente lunga e in qualche punto perde pezzi per strada. In effetti la vera utilità del film la si trova verso l’ultima mezz’ora, di fronte a una parata orgiastica di effetti speciali e distruzione a gogo nel confronto finale, per arrivare all’unica soluzione possibile che salvi capri, cavoli, pirati e permetta di proseguire con queste avventure made in Disney. Si è persa un pò la magia che ha caratterizzato il primo episodio, la sua genuina e divertente semplicità ora soppiantata da un prodotto finale sofisticato e dispersivo, sfrontato nella forzata ironia e spaccone tanto da citare pure Sergio Leone. Verbinski si è (a ragione) montato la testa. Cast tecnico eccellente tra cui spicca anche Richards: i fan degli Stones godranno.

Spettacolare sul finale e come trovata commerciale Bruckheimer e Disney centrano il bersaglio e sfrutteranno il marchio fino all’ultimo dollaro. Da vedere ma senza aspettative clamorose. E’ un consiglio.

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