Red Dead Redemption: fuorilegge fino alla fine

Se nell’ultimo periodo sono completamente assente su queste pagine, il motivo si chiama Red Dead Redemption. Sviluppato da Rockstar San Diego, sussidiara di Rockstar Games, RDR è il seguito di Red Dead Revolver, gioco del 2004 che personalmente ho lasciato correre, così come altri titoloni dello stesso publisher ad esempio Midnight Club. Perchè? Non sono mai stato un fan di Rockstar in generale, Grand Theft Auto, che possiedo per PS3, non mi ha mai convinto per molti motivi tra cui l’ambientazione e un impianto tecnico discutibile. Di fatto sono partito cauto con questo gioco e chiudendo (molti) occhi sono stato “preso dentro” in questo mondo, così vasto e ricco di possibilità, grazie alla storia principale e la caratterizzazione del protagonista, John Marston. In effetti non siamo di fronte a un Niko Bellic, farabutto che crea un impero malavitoso volendo senza scrupoli, ma un vero eroe che cerca di riprendersi la famiglia, in una lotta che lo porta a confrontarsi con il passato e suo malgrado il presente. Il tutto in chiave western, un west ancora selvaggio che oramai sta scomparendo con l’avanzata del progresso. Vi troviamo ogni archetipo del genere visto al cinema e nella cultura popolare: ladri, imbroglioni, duelli, risse al saloon, bande di criminali, inseguimenti ma anche tesori con tanto di mappa, arrestare (o freddare) ricercati, gioco d’azzardo e minigiochi dedicati tra cui il poker. Sì potrete giocare a poker e nel caso vi prende male potrete sempre sterminare i partecipanti. Poi tutto il contorno dovuto visto che stiamo parlando di free roaming, come cacciare animali, aiutare lo sceriffo, raggranellare qualche soldo con dei lavoretti (più o meno sporchi) e così via. C’è tanta di quella roba che ci vogliono palanche di ore (credo per arrivare al 100% una sessantina) e centinaia di pagine per una guida, anche se in tutta franchezza c’è una Wikia già bella completa. Ad ogni modo può essere affrontato seguendo semplicemente il filo narrativo per una dozzina di ore ed è comunque un bel giocare, con i suoi momenti epici e di alto spessore. Colonna sonora a tema e strepitosa anche se sarei stato un pelo più “morriconiano”, sebbene i richiami ci sono. Fin qui come detto i pregi. Dolentissime le note a carattere tecnico e di gameplay. In primo le animazioni dei personaggi, orrende, bellissimi i paesaggi che dinamicamente cambiano ma in momenti pieni di roba il frame rate spaventosamente scende ben al di sotto dei 30 fps minimi. Peccato. In secondo il sistema di controllo da rivedere per quanto mi riguarda macchinoso e a tratti inefficiente. Non mi riferisco alla mira e al “dead eye” (una sorta di freeze a tempo che ci permette di scegliere bene dove sparare) che ti cava spesso dai guai ma ben altro. Ad esempio ci si incastra a ridosso di una porta, la copertura funziona a singhiozzo, si viene crivellati per delle cavolate e solo perchè Marston va dove gli pare. A volte gli scontri sono in modo talmente frenetico che muori e non sai da dove ti hanno sparato. Bisogna sempre stare attenti all’arma che si ha appena la si deve estrarre o capita di trovarsi con la corda per domare i cavalli anzichè un Winchester. Bug e glitch a gogo, oggetti sospesi, il fido cavallo che si blocca (a me successe in mezzo a un canyon), in multy mi è capitato di non chiudere un covo di una banda solo perchè uno dei malviventi era fisicamente murato dentro una stanza. Ecco il multiplayer al momento è una chiavica. C’è poco o niente della campagna in singolo (ad esempio non vi sono saltuarie imboscate o civili da aiutare), le solite modalità di gruppo o FFA (free for all) deathmatch competitivo  a squadre o in solitario, avanzamento di livello per sbloccare armi/personaggi/cavalli e stop. Fortunatamente delle missioni in cooperativa arriveranno a Giugno come DLC gratuito. Rockstar offre una modalità “social” in cui tutti sono chiamati a risolvere delle sfide per beneficiare di premi e contenuti esclusivi, nonchè classifiche dettagliate, statistiche e molto altro, aspetto interessante e che tiene banco per l’esperienza online. Red Dead Redemption è un Gran Theft Horse, un GTA western ricco, vasto, curato ma tanto migliorabile. Se il free roam come filosofia di gioco non vi ha mai preso, forse questa potrebbe essere la volta buona. Curiosità, per lo sviluppo complessivo è costato al publisher 100 milioni di dollari.

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