Archivi tag: amarcord

Vorrei amarti per sempre…

E in quell’istante impercettibile che abbozzai un sorriso dal sapore agrodolce… Sarebbe stato impossibile, lo sapeva pure lei. Dritto come una freccia, non me lo sarei mai aspettato. Sorpreso ancora una volta. Le strade della vita si diramano troppo distanti e diverse. Tornare indietro non si può. Sensazioni curiose macinano le notti. Oramai è andata, per non fare più ritorno. Poteva avermi sempre a comando, nell’ombra sono rimasto. Ma sapete, i tanti impegni, liste d’attesa interminabili, amici da salutare, per me non ha lasciato molto spazio. Nemmeno un mese è stato sufficiente. Così è sfumata ogni occasione, anche solo vederla l’ultima volta, nemmeno l’ultima cena offerta, distesa, con le risate e la serenità di un tempo e l’immancabile cinevisione. Il manto onirico avvolge a sè, lasciando intatti i ricordi e l’unica costante del come rimanga colpa mia, in ogni occasione. Chissà se un domani si prenderà almeno una volta le sue responsabilità. Worst ending…

Il puzzle che mancava al mosaico

Niente paranoie personali solite di pensieri alla deriva stavolta, per quelle pese dovete sempre aspettare (e sperare) i fine settimana. Deriva di altro tipo, soprattutto mentale. Sentimentale non ho tempo. Al cinema non c’è una mazza, anzi sto prendendo film che usciranno tra qualche mese e recuperando dei vecchi. Musicalmente stesso discorso, un pò peggio. Una temporanea deriva culturale, dove per rimettersi in moto occorre cercare più del solito ed appoggiarsi ai fidi pilastri di controllo. Semplicemente un mio carissimo amico mi ha introdotto un gruppo electropop giapponese, storico a dirla tutta, i Yellow Magic Orchestra, abbreviati in YMO. Sono i Kraftwerk giapponesi, all’avanguardissima!!! Quindi altro amore a prima vista, mi ha linkato un commercial televisivo dei Pocky (tipo i nostri Mikado)… La sigletta è stata un fulmine a cielo sereno, l’esplosione dei Cannoni di Navarone, il Graal, la soluzione di uno dei tanti dubbi sul senso della vita. Dov’è che l’avevo sentita? Uno stack mentale incredibile si è risolto nel giro di pochi secondi, un puzzle che mi aveva inchiodato davanti alla tele nell’attesa di sentirla ogni giorno al termine di un programma. Per dieci fottuti anni. A chi potevo chiedere, ma soprattutto poteva a un pischello di 6 anni venir in mente di leggersi i titoli di coda nel cercare eventuali riferimenti. E se li avesse trovati? Mica come adesso, con due click recuperi. La sigla di apertura e chiusura del mitico Bis (dai i giochi con i rebus) dell’ancor più mitico Mike Bongiorno, di quando ancora si faceva TV, era proprio Rydeen. Per inciso un pezzo electro della MADONNA. Oggi è una giornata speciale. Può accadere di tutto ma avrò sempre la faccia da coglione contento ed ebetito che ha ritrovato se stesso…

Ten thousand dreams

Again again the same. Allora proviamo a mettere insieme i pezzi. Non si conclude un tubo, basta bere, soffocare, reprimere e annullare. Usatelo come acronimo, BSRA. Le tipe vi guarderanno male, sembra una peste mortale, invece dite che è colpa di Eldo. Quindi abbiamo già concluso tutto? Lo so, speravate nell’ennesima para senza tangente del sottoscritto. Del resto ponetevi qualche domanda. Sono settimane che mi perdo in iperbole fini a se stesse. Ciò pare innegabile. Mi prende un non so che di curioso quando mi si scrive dicendo, che sono diventato cattivo, in realtà ho virato la visione intrapersonale verso altrove. Mia cara, se la strategia non porta da nessuna parte, ovvio che ti metto in ignore list. Basta, non ne parlo più. Il blog può e deve essere inteso come valvola di sfogo. Se la cosa non vi va bene, con un click spietato siete fuori per altre strade. Altrimenti sopportate le mie schegge di follia ragionata. Così la prima cosa che dovreste fare cari amici è cliccare su quel video e spararvi un bel pezzo anni ’80, come sottofondo. E prendo il mio drink rubato dal bar che poi riporterò domani, il bicchiere intendo. Sorseggio avana tanto per cambiare. La dolce balla che sale. Da settimane sono senza identità personale, ma soprattutto musicale. Il che suona come un mare di merda secca. Se non ho una chiara (chiara…), idea di cosa ascoltare, sono fottuto. La musica forse per me è tutto. Il rifugio senza tempo. Dicevo. Quando sono alla deriva il porto sicuro resta la musica, anni ’80. Siamo seri, io non mi lamento di quando sono nato, come periodo. Piuttosto mi sono perso i ’60, vabbè, i ’70, qui tot bestemmie, la disco inferno e qualche sottigliezza dei Kraftwerk. In particolare come diavolo si vestivano. Ero troppo piccolo per capirne la maestosità, così grazie al fratellone (per fortuna) ho recuperato e sono venuto su a colpi di Police, Peter Gabriel, Earth wind & Fire, Michael Jackson e Tears of Fears per citarne qualcuno. Donald Fagen e vi dico pure i Talking Heads. Quindi ho fatto bene i compiti. Se si tratta di musica, mi spiace, ma un pò di filo da torcere lo posso concedere. Però la presa di coscienza l’ho avuta nei ’90. Sono stati il buco del cesso, ricordo dei gran Nirvana, Soundgarden, Pantera. Dei 2000 rimane solo un mare di letame. Capisco però di esser stato, aver goduto di un periodo limbo. Avrei preferito una decade prima, quel che basta per capire e apprezzare. Pazienza. Vorrei tornare in quegli anni, come si vestivano le tipe, i tipi. Le mode. Il mood, l’operandi di incidere i brani, real time, senza tanti copia incolla in software. E fare roba della madonna come Joe Jackson con il solo ausilio di un pianoforte. L’esser fighi con un paio di occhiali improponibili. Ora ho perso il filo del sunto, idilliaco nonsense che mi coglie. Difatti scrivo senza un chiaro intento, perso in un coacervo di pensieri senza capo e coda. Ecco, entro nel loop di ricordi, nel mare in cui mi perdo, versando lacrime contenute, per ogni motivo. Da quello sentimentale, a quello senza un perchè. Buonanotte mondo… A mente fredda però, quante sono le persone che vi linkano in video i Whispers? NON CE NE SONO!!!! Ditelo, che mi devo pavoneggiare un pò…

Le dinamiche espansioni del subconscio


Spoiled by Enalya, by Linda Bergkvist

A volte scorri alcune pagine di memoria recondite ed insite nel profondo dell’anima. Quasi una sorta di catalogazione necessaria, autoanalisi, per trascorrere qualche minuto e rendersi conto di quanto si è realizzato negli anni passati. Sapete, il tirare le somme. In stati alterati, la mente viaggia e viaggia e purtroppo si realizza come le immagini si fanno sempre sfocate e impercettibili. I ricordi si stratificano, sembra, in realtà diventa sempre più difficile ritrovarli. Come un elastico che man mano perde l’effetto memoria. E’ un ragionamento faceto, se mi consentite. Normalmente ci si comporta senza squilibri di nessun tipo, senza infrangere le regole. Lasciarsi andare nel tritacarne della quotidianità. Serate con amici, sbornie da paura. Basta poco, oltrepassare che ne so quale limite ed ecco, voilà, la frittata si combina e si spera di ricomporla il giorno dopo. Le uova tornano dentro il guscio, lasciando fuori qualcosa. Un rewind. E quel qualcosa, inevitabilmente, pian piano svanisce. Come i ricordi. Possiamo rinchiudere con forza ciò che è stato, volendolo dimenticare, ma ciò non è possibile. Siamo quel che siamo grazie al passato. La vita impone solo delle scelte. Dolorose o meno, poco importa. Sono scelte. Diramazioni delle nostre piccole e miserabili vite che portano a ulteriori diramazioni e forse intrecci. Cosa sarebbe successo se ci si fosse spinti in là? Ciò che è giusto o sbagliato, lo giudichiamo in un arco temporale soggettivo. Per mancare, lei manca. Il vuoto non si riempe. Il vuoto non è a rendere…

Back to C64

Torna il mito. Il Commodore 64 aggiornato ai tempi nostri. Mantiene la scoccona plasticosa anni ’80, un emulatore (OVVIAMENTE) interno per i tempi che furono (addio eterni caricamenti su cassetta) ma tutto il resto è discreta tecnologia: processore Intel Atom dual-core D525 a 1,8 GHz di clock, chipset grafico NVIDIA Ion 2, 2 Gigabyte di RAM DDR3 – espandibile a 4 GB – e un lettore DVD o Blu-Ray a scelta (fonte PI). Connettività Wi-Fi, porte USB e HDMI, distro Linux dedicata ma chi lo desidera potrà installare Win7. Non sarà un PC ninja però che figata. Certo inguardabile, ingombrante, retrò. Affascinante. E non sarà da solo, torneranno il Vic-20 e l’Amiga. Che stooooooria!

Horrible Black Void

Il Vuoto mi ha colto stamattina. Dovrei essere in ferie assolute, quindi di norma non voglio nessuno che mi rompa le palle ma alcune faccende da sbrigare mi hanno costretto alla sveglia presto. Mi alzo. Sono ancora vestito. Oh my God, che caXXo ho combinato ieri sera? Non lo so con matematica precisione. Mi sono annullato, invischiato in un processo autodistruttivo partito dal pranzo con i parenti, confluito in una Bologna sempre in festa, manco a farlo apposta in una svariata serie di amarcord di posti, colori, sapori. Tutto come nel 2002. Tentativo di trovare spiegazioni al senso della vita, storie passate, manco fossi in una Paris Dabar terminato non so dove in quei dello Stone a Fiorano dentro un drink pannoso che eclissa il buon senso. Ingolfato da tigelle e companatico. Black Out. Non ricordo, non ricordo. Gli amici, quelli sì, quelli sempre. Rimangono solo messaggi che hai paura di rileggere dal quanto sono out of control. Sarò un bravo sognatore ma alla fine dovrò pagare il conto. Spero di trovare un minimo di equilibrio prima. End of transmission.

umore da loin des villes

Amici! Vivo in un periodo positivo nonostante tutto! Nel senso che non vi è senso nel nonostante tutto, la vita gira in un senso normale, senza necessità di ruotare vorticosamente ma nemmeno da impantanarsi nel fermo. Ovvero per dire che nonostante tutto non vuol dire che sono in nonostante tutto! Cioè voglio dire che il periodo non è così malaccio! Fisicamente sono ok, nessun problema, defiance o cazzata dell’ultima ora, bene con me stesso e con il resto de lo mondo. Sto comprando tanti film, tutti in blu ray. E mi ributto nel programma di riabilitazione filmica. Ne ciito uno per eccellenza del maestro del brivido, e mi chiedo quanto sia adatto al mio stato d’animo. 

No, non si può sfuggire a niente. È tornato il sereno. Sapete cosa penso? Che ognuno di noi… è… stretto nella propria trappola. Avvinghiato. E nessuno riesce mai a liberarsene. E… mordiamo, e… e graffiamo ma… solo l’aria, solo il nostro vicino… e con tutti i nostri sforzi non ci spostiamo di un millimetro.

Forse per uscire dalla trappola basta fare piano, così che le sbarre non se ne accorgono mentre le pieghi. Altrimenti sono guai! Chissà… Per una volta cliccate sul video e vi ascoltate la canzone? Dai fatemi tale favore…

Storia del Gaming

Lo so, lo so, ultimamente posto solo video grabbati dal tubo, ma il tempo è decisamente risicato e quel poco libero che rimane, lo dedico alle mie cose. Sì, tengo un buon ritmo quest’ultimo periodo, scoprendomi pure attivo in ambito sociale, cercando al tempo stesso di coltivare le solite passioni ludiche e videoludiche senza dimenticarsi del lavoro e serate culinarie con gli amici. Proprio sul gaming arriva il post odierno, un piccolo omaggio in video di come i tempi corrono, cambiano e si evolvono. Direi quasi impressionante, e i giochi li ho riconosciuti tutti! Ma quante ne so?!?

Hai 115 mila euro?

Sì, Vita di Bordo oggi chiede a tutti i suoi ascoltatori se potete regalare all’autore (con modesti contributi collettivi) una Officially Licensed 1966 BATMOBILE® Replica, una figatissima per i fan dell’indimenticato (e dimenticabile) uomo mascherato Adam West. Massì, proprio lui, quello che su Junior TV nei bei tempi andati aveva sempre un bat per ogni cosa e faceva schiaffoni a suon di KA-POW e KER-PLOP! onomatopeici fumettosi e riff di swing anni ’60 letteralmente agghiaccianti ai giorni nostri. Questo distinto signore dell’Indiana (USA) al secolo Mark Racop, ha avuto la licenza ufficiale DC di poter produrre queste repliche e se guardate le foto, lavora davvero bene! Insomma fatevi vivi e generosi che tanto ve la faccio guidare 2 o 3 minuti…

Ciao Mario

Per rimanere vivo il più a lungo possibile. L’amore delle donne, parenti, figlie, mogli, amanti, è molto pericoloso. La donna è infermiera nell’animo, e, se ha vicino un vecchio, è sempre pronta ad interpretare ogni suo desiderio, a correre a portargli quello di cui ha bisogno. Così piano piano questo vecchio non fa più niente, rimane in poltrona, non si muove più e diventa un vecchio rincoglionito. Se invece il vecchio è costretto a farsi le cose da solo, rifarsi il letto, uscire, accendere dei fornelli, qualche volta bruciarsi, va avanti dieci anni di più.