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Back and forth

Rilasciate il Kraken
Rilasciare il Kraken è sempre un errore…

Fa un certo effetto tornare da queste parti dopo 8 anni diciamo dall’ultima produzione coerente ed è ancora più da effetto sapere che nessuno leggerà queste righe, a parte tu ignaro lettore di passaggio. Non saprei nemmeno cosa dire di così importante nonostante tutto, vuoi perché la mia comfort zone così duramente conquistata è andata a farsi fottere in meno di due mesi, vuoi che la vita come un sucker punch ti tira il muro con i conti da mettere con la somma di un anno da Covid-19 e lavoro che va a rotoli. E giustamente non ve te frega un cazzo, peccato dato che ci sarebbe da scrivere un romanzo. E so che continui a leggere. Quindi vado avanti, vuoi che di punto in bianco vieni lasciato, così in blocco quando tutto era pronto per il grande passo, sbram a puttane per motivi talmente deboli che non ne vale nemmeno la pena capirli, vuoi che l’unica persona dove manco una epifania nel cervello ti fa rendere conto che ti interessa davvero, la punti da anni e ovviamente arriva il picche e ti invita di lasciarla perdere e anzi è l’ultima su cui io dovrei puntare, quando dopo due conti (se li facesse) si renderebbe conto che potrei essere il partner giusto visti gli innumerevoli punti in comune. Io a misantropia contro il resto del mondo sono un Gran Maestro e l’età non sarebbe un problema. Sarebbe quasi da sposare, in Comune attenzione, sono sempre agnostico. Ma vabbè, amen, rien ne vas plus, c’est la vie, mi innamoro sempre di chi non se lo merita e devo contenere la cosa o faccio solo danni. Poi risalta fuori lo scorpione cocciuto che non molla mai o meglio non vorrebbe mollare mai. E qui si fa avanti il solito annoso problema che si ripete ogni volta pensi di ripartire da una storia sfasciata in cui sei triste protagonista, guardi e vedi che il set di carte nel mazzo da giocare sono finite e la mano è realmente pessima. Praticamente un concedere con stretta di cortesia e inchino incorporato senza se e senza ma, la sportività di abbandonare quando non vedi altro se non una debacle. Ti rendi conto di essere in un limbo desolato, di fatto la qualità delle persone intorno è desolante e non ci vuole un fake su Meetic per accorgersene: non hai 20, non hai 30 ma oltre i 40, vecchio mio. Là fuori i casi umani sono all’ordine del giorno, decadenti modelli rimasti dai cocci del torchio di eventi che mai avrebbero voluto subire, torniti dall’ignoranza dell’internet e se ti va bene con una media di compatibilità che si contano sulle dita di una mano monca. E io un nerdaccio senza speranza con un joypad in mano, non certo uno a cui affidare della prole derivata dal tuo matrimonio fallito o peggio farne uno con una disperata che ha l’orologio biologico triggerato. Vade retro. Gli amici dopo decenni sono cresciuti e sistemati, con figli che gli hanno ucciso la vita sociale, dove oramai non c’è più tempo e voglia di uscire chissà dove in scorribande visto se ti beccano in strada stracotto ti sbattono in galera, se non lo fan prima le mogli. In men che non si dica da decine e decine di persone intorno ti ritrovi solo senza una mazza in mano se non il tuo. Mazzetta. Ok mazzettina, sempre in media Europea, lievemente piegato a sinistra. Ehi, sono sempre stato ottimista ma stavolta è difficile anche solo pensarla con sarcasmo, men che meno con il cinismo. Stavolta è accettare che si è in un mare di guai, non vedi una via di fuga e la solitudine pesa non solo economicamente ma ti pressa la testa come un peso inesorabile.

E la cosa più sensazionale è che tutto questo è prodotto nonostante sia incredibilmente lucido e non nel mood da ebbro seriale. Dirai caro lettore che ho fatto dei progressi dai tempi che furono. Ma non temete, il Kraken verrà rilasciato più sovente, ricadere in delirio e follia è come la gravità: basta solo una piccola spinta.