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Qui si va avanti, alla grande!

Mai fermarsi, regola numero uno. Essere sempre carichi è la regola numero due. Ne comincio a mettere in fila un buon numero di anni e questo dovrebbe farmi diventare più accorto e saggio. E invece no! HAHAHAHAAHAHAHA! E adesso? Mi sparo la torta alle noci qui sopra, rispondo ai tanti auguri di compleanno ricevuti e bon. Penso che andrò Al GrandEmilia, ho giusto qualche coupon “guardacasualmente” arrivato proprio in occasione imminente delle festività Natalizie. In realtà vado solo nella MIA ISOLA, CAZZO dove farò scappare tutti i bambini gridando parolacce e parlando in ruttese, in piena trance mistica dove cercherò di convincere le folle genti che è arrivato un nuovo Profeta. Ovviamente il tutto in tempo per non venire preso per le orecchie dalla Security e portato in Questura prima e alla Neuro poi oppure (e questo mi terrorizza) rimediare decine di castroni sul capocollo da qualche padre agitato dal poco senso dell’umorismo, che di solito mentre le mogli se ne vanno a fare spese con il carrellone quelli maschi a guardia dei pargoli sono sempre grandi e grossi. Non sono mica più così piccolo! Sono anni che non entro più nei BooBaloo.

La Giazza…

Dalle nostre parti con giazza, si intende ghiaccio… Gelata… Quindi una giazzata non starebbe tipo una jazz session, ma una bella…? Ghiacciata, bravi! Dialetticamente emiliano comparabile a “giaseda”. Se dite, “vè ac giaseda“, direte guarda che ghiacciata. Non male eh? Blog socialmente utile nel tramandare usanze e costumi. Comunque il bello deve ancora arrivare. Grande figata il turbofreddo (altro modo di dire, ma questo lo abbiamo coniato noi), preferibile alla neve ma non di meno come dico sempre godibile solo in determinate condizioni: possibilmente con a) un camino, b) una bozza di rosso fermo, c) una patata disponibile. Indovinate quale opzione puntualmente mi manca.

Time continuum.

Post tremens. Il crogiolo di mondi plasma sensazioni univoche miste a parziali movimentazioni del proprio io. Così mentre la serata scappa tra maree di risate e trame, non posso esumermi dal tentare di catturare tali momenti. Emblemi di posizioni riassunte da una semplice foto su un frammento di tempo e spazio ben definiti. Il fondo di un bicchiere. Colorato, dolce al sapor di zucchero, definito e inesorabilmente giunto al termine per colpa della mia sete insaziabile. Potrei spezzare la regione subliminale dello spazio-tempo, ma quel che resta è solo una fottutissima foto. Il problema, o almeno uno dei tanti problemi, si rivela l’esser completamente a digiuno di qualcuno a cui raccontare e ridere di tutto questo. Ecco, la cosa fa un male cane. Cioè in realtà qualcuno c’è sempre, ma poca arguzia e stimolo. Non esiste niente che possa equilibrare il mio essere sconnesso. Così mi vedo con poche opzioni davanti, consumare e filtrare finchè il fisico regge. Resto lucido, senza effetti collaterali visibili tipo barcollare come Braccio di Ferro pieno di spinaci andati a male. Stanco morto, quello sì. Divorato dalla continuità, schiacciato dalla quotidianità. Ora ho solo bisogno di staccare la spina e dormire, recuperare un briciolo di sistema. Fino alla prossima serata di maree e risate con trame, dove perpetuerà il solito iter. E farò altre semplici foto.

Nothing to report…

Erano svariati… anni? che non bisbocciavo di domenica. L’occasione era ghiotta, localone sempre più famoso nel reggiano, immancabili sentito dire tipo pieno di gnocca, anzi di MILFone e addirittura Cougars (no, cercatelo voi il significato, sufficiente Google). Partendo prevenuto ma chissà ho come sempre l’impressione di non sbagliare, massì, la serata pareva interessante, dopo un fine settimana dedicato alla sobrietà, merito al fatto d’esser l’autista ed è un buon deterrente, vai che mi sfascio di domenica sera come ai bei tempi. Tanto per fare qualcosa di diverso dal solito. E poi Giova mi ha dato la tesserona Arci a nome Kiss me Licia (c’è chi gira con Marco Lenders, in onore a Holly & Benji), salvo scoprire che va bene per il Fuori Orario e altri circoli, Arci appunto. Grazie lo stesso, si rimedia, dati falsi e via. Dunque la buona (o mala) sorte a seconda dei punti di vista, ma una mezza incomprensione mi ha fatto ancora ritrovare al volante. Calma Eldo, vai tranquillo, tutta salute. Non si nega però che assieme alla triade siamo oramai in un gruppo di alcolizzati senza rifugio. Nel privè fumacchioso, oh vanne a beccare uno con il bicchiere. Noi sempre. In giro schiacciato come fossi al Kiss (localaccio montanaro storico a Cavola), velocità media un metro al minuto, Fungo ha tritato due drink card, Fiji concorda di bucherellare i puntini da un euro per arrivare al minimo sindacale di una Becks (la card va sempre usata TUTTA), a me non forfettano un drink facendolo passare per la giacca del guardaroba. Quindi io filtro a ruota regolata, devo comunque guidare e non ci ripasso sotto le forche caudine. Certo sanissimo non lo ero, pazienza. La nebbia in Val Padana nasconde. Se il MILFonaggio era sporadico e in quantità risibile, mi sono ritrovato nell’ennesimo locale senza niente di eccezionale, sempre quelle due o tre vigliacche da paura, mosciaggio generale e sound oltre decibel, fin qui sembra ancora passabile. Niente di peggio però di una quantità di braga indecorosa, un 70/30 ben lontano da come mi era stato venduto. Non è Venerdì, il che me lo fa rimandare agli esami di riparazione. Uno come tanti già visti negli anni passati. Per poi riflettere due secondi, finisco in mezzo a una pista di salsa e latino americani dove mi guardo intorno, vedo gente che segue un paio di ballerini improvvisati, un vocalist che di brasiliano aveva solo la camicia (era evidentemente un mezzo bolscevico/ucraino) e tutti ballano tentando coreografie di gruppo manco fossero in un Dance Central. Sorrido perchè a certe scene non riesco proprio ad abituarmici. Mi porgo la domanda fondamentale: ma chi cazzo me lo fa ancora fare? Mai stato un gran animale da locale, in questo periodo poi decisamente no. Meglio tentare altrove. Orpo. A letto che fra 4 ore devo andare a lavorare… Zio porco…

Il caldone

Estate spero che tu finisca perchè con questo caldo hai rotto proprio il cazzo. Va bene il bel tempo, le fighe scosciate, ma è tutto qui. Fine dei pro. Passiamo al conto negativo. Le zanzare, il caldo afoso, la bolla africana, il dormire male, l’arsura senza scampo che ti costringe a bere ettolitri di acqua fintanto non ti si brucia lo stomaco. La gente che impazzisce e si comporta in modo assurdo. Più ti svesti, più hai caldo. Operai ghanesi che boccheggiano. Arie condizionate micidiali. Sudare quando fai sesso e anche quando stai fermo. Però posso ancora regalare emozioni. Complice l’assenza di sonno e il delirio della bassa pressione, per farla passare (scusa per uscire 5 minuti in mezzo a correnti provenienti da un phon) ecco a voi un paio di espedienti che costellano la giornata media del vostro affezionatissimo…
La prima pic è arte artisticamente pura e senza fronzoli. Un pezzetto di gesso e via. Due arti buttati a mare, me ne rendo conto. Forse un talentuoso talento. Ma anche no.
La seconda pic è la fine di un sogno, di una lattina di amabile thè fresco. 30 secondi, veloci, intensi come un orgasmo. Per inciso non sono pagato dallo sponsor, i 70 centesimi li ho messi tutti io. E sì. In tali pause potrei dare il mio regno per una seconda e consecutiva lattina di thè fresco.

Il club dei Rilassati

Il pranzone domenicale dei Giova’s organizzato in fretta e furia il sabbato serra ci ha portato in quel di Felina per proseguire la ballona e le kilocalorie di cibo partite il venerdì con la cena olimipionica e un festone il sabato a Cà Marta organizzato da dei clienti della MEM (per chi non lo sapesse, dove lavoro) ovvero la Gastronomia Piccinini con tanto di latino americani (tranquilli ho evitato) con cibo e BERE GRATIS. Piacevole diversivo alla pseudo-notte bianca sassolese, mamma mia che tristezza. Comunque si è detto, non c’è due senza tre. La triplete… Come ai bei tempi. E’ vero, i miei amici sono unici e gli voglio un super bene. Stavolta niente foto alle portate mangerecce della Trattoria Vasirani (da appunto non avevamo fame e abbiamo bevuto troppa acqua, stiamo perdendo colpi?), tanto se ve lo segnalo sapete che si mangia benone, quanto lasciarvi con un set di foto riassuntive che testimoniano solo una cosa. Il Relax compiaciuto, alla facciazza del mondo. Prosegue un incredibile Coca & Avana 7 a solo 3 euro (!!!) nell’osteria Fonti di Poiano, sì perchè ci siamo concessi anche una mezza scarpinata sotto la randa del sole e pure far finta di fare i carabinieri, inscenando una pattuglia a bordo strada. Roba da matt… E per chiudere non sarebbe un aperitivo delle 18 in punto, senza un Mojito… Intervallati dalle immancabili partitone a scopone. Al termine non mi tira il fegato il che è sempre un ottimo segnale. Ora però i funghi fritti estivi eh… 😀

Sine Qua Non

Il tempo si sfrattaglia senza distorsione gettato nello spazio dell’etere informatico, senza trovarvi risposta. Non è l’essere solitari, la brutta bestia che incombe. E’ l’essere ignorati che ti distrugge! Ancor più l’indifferenza, il restare nell’oblio del dubbio, o forse il trovarsi (credendosi) nel torto, e in questo ritrovarsi! L’unica cosa che non afferro è in quale universo ti trovi tu. Sì parlo con te, la foto qui sopra è solo d’effetto, il riassunto di una serata, non c’entra con TE!
A meno tu non intenda per esempio universo +∞ per gli Uomini e universo -∞ per le Donne (indicando con + e – ∞ l’opposta diametralità) potresti essere classificata come universo Ω, ovvero una specie di condizione che si estranea dai fatti. A meno che non ti consideri ZERO annullando i due infiniti enunciati qui sopra. Basta poco per fottere l’intero costrutto. Sostanzialmente mi sento come un illuso foglio di carta velina, sottile ed inconsistente.
Ehi, ma come cavolo sono messo? Dov’è l’aiuto del pubblico?

Questo è l’Eldo che preferisco!

La sfiga del ragno

A volte la vita è proprio ingiusta. Metti in conto la sfiga di trovarsi su un innocuo cartone di pasta lavamani. Ecco magari preferivi tessere le tue trame su un angolo di soffitto, mentre invece hai pensato e trovato attraente quel cartone, forse l’odore del chimico ti ha intriso tanto il gusto. Ma dico io, non si sarà minimamente accorto che qualcosa stava per non andare? Movimenti strani? Cioè il poveraccio è rimasto impresso sotto strati di film estensibile da imballo. Senza far nulla. Ed è rimasto lì, agghiacciante monito sul senso di tutto ciò, dove basta un attimo. Per ritrovarsi fottuti. Pessimismo cosmico inside, oggi…

Causa ed Effetto

“Eventi inaspettati, imprevisti, circostanze che non possono prevedersi in precedenza, avvenimenti che si succedono senza essere stati pianificati, caso, eventualità, coincidenze o situazioni che vanno oltre la nostra comprensione”.

La serata di ieri sera si può così definire. Il tutto fa molto filosofico o se vogliamo Karmico. Decisamente incontrollabile. Si parte con una Tour de Bar Sassolese, una specie di Paris Dabar con un cento persone rigorosamente in bici, snodandosi come un serpente verso 10 tappe. Sì in bici. Era da vent’anni (mica arrotondo, venti anni) che non salivo su una bici. La mia vecchia Viscontea, cambi Shimano, ancora grintosa come un tempo. Senza i freni dietro però. Vabbè. Nell’ordine Temple, Giada, Happy Cream, Charlie Cafè, Delizia Ducale, Cavedoni, Pin-Up, 101, Carani e chiusura al Broletto. Gli anni passati nella palestra dell’alcol, hanno permesso di reggere la gimkana senza troppe difficoltà. Anzi devo dire senza difficoltà. Si è partiti con dei prosecchi passando per Spritz, qualche brodaglio colorato, l’immancabile coca havana, gin tonic, bla bla bla. Ah e pure l’assenzio (per modo di dire) e un nocino per favorire. Da appuntare come l’organizzazione, cercate associazione giovanile pandora sassuolo più o meno su un social network a caso (tanto in Italia usano solo quello) che io non ne ho voglia, dovrei essere su qualche foto appena le mettono, dicevo sia riuscita a tenere botta anche di fronte alle forze dell’ordine. Peccato lo slavaggio delle bevute e un certo baccano, o meglio forzata euforia del gruppone, a sorpresa con un certo numero di pastrugne quindi non è solo roba da uomini, puntualmente disperse verso le ultime postazioni. In effetti al termine mi sono chiesto quand’è che diventerò almeno un pò patocco, ma niente. Zero. Tentata una chiusura al Temple, per inciso Temple solo di nome, ma ahimè quando sale la scimmia cattiva, divento molto scortese. Troppo cerebrale, troppo noioso. Due sere su due, accade molto di rado. Un brutto periodo all’orizzonte. Ad ogni modo era una gran seccatura restare e perdere tempo. Cambi di frequenza sconnessa e soprattutto errori. Me ne vado e torno nelle Roteglie dove appena messo seduto vengo preso da una devotchka che prima mi offre l’immancabile Zacapa e poi mi trascina pensate un pò al Rockville. Non aggiungo altro. Salto come un deficiente, con i Prodigy a bomba. Ci sono anche dei Coboldi! Devo evaporare il consumo. Sembrava sul finale dovesse andare come solito, senza niente di eccezionale. Quindi lei sparisce con uno (mi chiedo quando mai sarò un uno), mi hanno informato poi che c’era del suo interesse mentre a me lei non mi interessa. Però era l’autista (porco zio) e dopo i convenevoli con i rappresentanti delle Roteglie sempre in gran distinto, resta l’unica opzione decente. Faccio per andarmene a piedi, a rimuginare sui significati nascosti. Eh oh, quando mi rompo il cazzo, mi rompo il cazzo, del resto cadrei in stato catatonico, forse peggio della scimmia cattiva. Due passi, ma rivengo accalappiato, chiude alle 4, massì, tanto oramai un dieci minuti mancavano. Ed invece il botto. La gravità è uguale per chiunque, se ti arrivano addosso con la forza di un treno gli amici per fare le marachelle (inavvertitamente si intende), si perde equilibrio, non puoi fare altro che strisciare. Ah sotto il cerotto (gentilmente offerto dalla Direzione Rockvilliana) c’è un buco largo un centimetro. Ho letteralmente perso un pezzo di braccio. Guarda caso l’unico sassone rompi coglioni del selciato mi sono dovuto beccare. Causa ed effetto. 10 secondi di differenza e non sarebbe successo niente. Invece a girare con un braccio disintegrato sanguinolento, fa molto Call of Duty ma anche senso, inondato di disinfettante (sempre dietro le quinte Rockville) e bestemmie. Ora l’unico nemico è il sonno. Anzi, il non dormire. 6 ore in due giorni, non vanno mica bene sebbene sono sempre attivissimo, mente esplosiva e iperaccellerato fisicamente. Mi vedo The Machinist sono senza sonno. Il ritirarsi dell’alcol aumenta il dolore, il benzoxonio cloruro funziona. Considerazioni finali. Primo ho chiuso con i locali da ballo. Dai non ha più senso. Io voglio stare in un posto senza casino a gustarmi un bicchier di vino. Pure la rima oggi. Secondo inutile innamorarsi e ci casco ancora. Come un fesso. Devo schiodarmela rapidamente dalla testa. Durissima. Terzo mamma mia quanto sono incazzato. Ma dove, cosa come o con chi? Solo con me stesso, naturalmente. Solo. Quando crollerò?  Tempi oscuri e difficili in arrivo, DoX.

Fingerbib e svariate iperbole

 

Ci risiamo. Ora torno a parafrasare momenti di assoluta incapacità costruttiva, colpevoli discreti fattori di cui non mi ritengo (ir)responsabile. Fatto sta nel peregrinaggio notturno mi sentivo totalmente estraneo, anestetizzato probabilmente dall’alcohol (supplemento al diario del capitano, se al sesto coca/avana non senti scompensi e anzi va tutto come fosse tutto normale, c’è qualcosa che non va, prossimo alla morte?), trovando soddisfazione nel niente. Confusione, gente in festa, Carnevale. Che inutilità. Un mondo vuoto intorno, asettico, senza sapore. Sembravano una massa assieme, invece erano distantissimi. Musica a palla, un paio di stronzi vestiti da coglioni e l’abitudine di merda di tenere bicchieri vuoti per terra. Poi per forza mi incazzo calciandoli, perchè lasciarli in mezzo alla strada se non per produrre cocci? Cosa potrà stimolare la mia mente in questo momento? Dire sì. Sorridere. Chiedere da accendere mentre ci si spintona al distributore di sigarette, o addirittura chiedere da accendere e sentirti dire di di no mentre visibilmente fumano. Comunque rigorosamente a donzelle, si sa mai l’approccio. No succede solo nei film. Dai ti prende lo scazzo. Ci vuole qualcosa. Del sound. Devo rientrare rapidamente, mollare il resto e infilare le cuffie. Contemplativo. Fuori uso. Entro dentro l’uscita. Mai chiedersi il perchè. Lasciarsi scorrere, lasciarsi andare, lasciarsi perdere. Domani andrà meglio, solo un pesante mal di testa e avrò dimenticato tutto.  L’amore non serve. Il rifiuto, il tradimento, il fallimento regalano spunti, credo maggiormente utili. Credo appunto. Realtà ben diversa.

scherzoni e rubare mani

Alla fine siamo dei geni. Più il Bonimba ma solo perchè spinto, convinto ed esaltato a monte. Burloni ma sempre modesti, a trovarti la figatina, la stronzatina che fa molto pacca. Alla fine ha un suo senso. Un piccolo riscontro, il piacere di pensare, vedere sempre più persone a fare i complimenti ogni volta che vengono in negozio, non necessariamente a comprare anche se poi lo fanno, solo per spararsi due risate, di quelle piccole o grasse che però ti ingranano la giornata. Scaricarsi, lasciare fuori dalla porta l’inutile rincorsa del tram tram quotidiano. Solo per due minuti. Perchè ogni mondo da fuori ha al suo interno un piccolo mondo da scoprie. Il punto, per noi, come tutto questo ci viene semplicemente naturale. Siamo motivatori del sorriso, oppure semplici cazzoni. Però vengono sempre in tanti volentieri, non necessariamente a comprare anche se poi (in fondo) lo fanno.
Forse perchè siamo solo persone, sincere e non necessariamente alla ricerca materiale dell’essenza di chissà cosa. Basta poco, per vivere sereni con se stessi e con chi ci circonda.