Archivi tag: perdizione del tempo

Time Collapse

Non ho proprio uno stracazzo di niente di deplorevole. Semmai sono altri che dovrebbero farsi qualche domanda. Onestamente la comprensione dei meccanismi del cervello delle persone l’ho lasciato perdere da un pezzo. Per questioni di probabilità evidentemente mi sono solo capitate persone di merda. Sfiga? Probabile. Gente che entra e sparisce nel nulla, senza perché. Gente che ti ignora senza un motivo, o forse a me sfugge. No però prima ti caga a 360 gradi, di tutto, sembra che qualcosa scatti e si evolva poi di punto in bianco badabum! Ammetto una parziale colpa. Solitamente divento un parziale pezzo di stronzo. Mi comporto acido. Naturale. Impiego denaro e risorse senza tornaconto pratico. Cioè, non ricavo un tubo di niente. Scusa. Mi sbatto come un pirla per l’anima del cazzo. Che dovrei fare? Prima o poi te lo faccio notare. Ma ogni azione sfocia in una reazione. Invece di indagare il tutto sfuma nella nebbia. Ehi. Spiegatemi! Se ho fatto qualche cazzata, ditemelo! E’ solo una fottuta scialacquata di tempo e denaro, siccome mi comporto sempre da signore. Difatti sto seriamente pensando di mandarle un messaggio con scritto VAFFANCULO, ennesima volta, mica la prima. Dai mi vedi e per striscio non mi saluti nemmeno… Lo schermo è touch ergo non vi sono tasti scolorati, cosicché non devo neanche sbattermi per trovare le parole. Magari perderà quei 10 secondi a capire il perché. Mah. Poi mi ricredo. Niente fanculismi. Le regalerei attenzione che non merita. E la aggiungo assieme alle altre passate degli ultimi giorni… Mesi… Anni… La costellazione si riempie, ma la tela è ampia da ospitarne ancora. E un altro strato di roccia si posa dove non dovrebbe.

Just a Dream…


Dreamscapes #1 by Howard Grill

Passeggiavamo per le vie della spensieratezza. C’erano riflessi di luce serale color grano ed eravamo colti da un attacco di ridarella isterica. Passammo sotto un porticato di uva verde e ancora piccola e lei piegò la testa da un lato e io dall’altro come fossimo capovolti. Ed esclamò ‘ehi bacio baffo mento felice!’ Fu così che mi svegliai con un lieve rigolo di annacquata commozione e capii che era quella eterna… Ricordi mai successi che il cervello ha rielaborato come scenario passato, futuro. Non è ahimè il presente. Ora mi giro e torno, provo a dormire… Forse è ancora là che mi aspetta in quello spazio di dormiveglia…

Kickback

Il sapore di un bacio, il suo profumo è solo una eco. Fottuta memoria in una serata di cui focalizzo discorsi pregni di antica futilità. Il vento sferza il collo, rizza ogni singolo pelo. Ma al fine di tutto ciò mi resta un divano una stanza intrisa di insetticida e Daybreak nel lettore blu ray. Nient’altro. Solo una eco quel sapore… Le sinapsi non lo riproducono più… Fuori il mondo si diverte… E ciò non implica che divertono me… Sembravo felice…

Centro permanente…

Amare non significa mettere l’altro al centro…
Eccola qua un mio tipo di donna ideale. Non conformata, solitaria, con un cervello da stupro.
Amare, stare insieme, legami sono concetti superati. E forse ha ragione, abbiamo ragione. Ce ne sarebbe da dire e scrivere, indubbiamente. Ognuno ha il suo parere che sia o meno discutibile, i famosi punti di vista. Io oramai l’ho presa in persa e da circa qualche mese le cose vanno per un verso positivo e lo ammetto inaspettato. Ancora senza conclusioni all’orizzonte e stando alle mie valutazioni, non ne arriveranno. Mai. Il carattere è questo, quello che ho tra le mani, che sia mio o di qualcun’altro, basta prenderne atto. Probabilmente è questo ciò che cerco. Chissenefrega dico. Scrivo poco da queste parti ultimamente ma c’è spazio per sputare ancora delle belle parole… Magari vuote o fini a se stesse per i tanti, ma non per chi sa apprezzare e cogliere…
Iperbole, scalate, modi di dire e di fare, input, output, allegorie, micromondi. Restate sintonizzati…

Odi e canti nella ballata della valle di Zed

Dimensioni e luogo sconosciuti. Ricordo un sole pallido dove scarabei reali coprivano alcuni raggi provenienti dallo zenit. La conformazione delle nuvole stratificate lasciava un sapore di lamponi amari. Il cielo aveva un colore innaturale, come fosse un laminato di rame e colori caldi che rimbalzavano pennellati sulla volta un tempo celeste. Una pianta nel sentiero. Praline di frutta candita. Lo zucchero era scivolato via riflesso da acini ambrati a testimonianza di una grande civiltà. Lapidi rovine e rovi. Sassi e scritture incomprensibili per la mia piccola mente. Volto lo sguardo. Un giardino con il recinto di ferro battuto, entrai seguendo il suono di tanti campanellini simpatici. La distesa di erba e prati si perdeva così a vista d’occhio. Il muschio ora riempiva le narici, volando senza accorgermene ero già a riposare sulle scalinate di in tempio buddista. Pace, quiete, silenzio. Odor di rarefatto miele, foglie di ginepro, acqua bianca che scorreva da una sorgente pura. Oro, legno consunto e cartongesso. Geometrie di eoni basate sulla saggezza e il sapere del mondo. Mal di cuore. Echi orientali. Suoni di preghiere catartiche. Spirito smarrito nella sua quiete. Ora giorno e notte non avevano più significato…

Le bon voyage…

Vago giro e divago. Classico attacco con una immagine inconsueta e astratta.
Un tappeto di fiori di panna e aromi di erbe tritate finissime nel giardino di ametista viola. Fermati qualunque cosa tu stia facendo.
Ripercorro una emozione. Il calore del tuo profumo sveglia i sensi. Ebbro della tua mente, la mia nella tua, si confonde e completa allo stesso tempo. Tu completi me? Potenzialmente.
Non so in che modo, non so come. Ma lo fai. La pelle bianca di color rubino, il Martini che scorre copioso sulle labbra, presumibilmente ancora avide con il retrogusto dolce e avvolgente…
Il tuo bacio trasfonde in me e il mio respiro nel tuo, fosse solo per un attimo. Guardami negli occhi.
Eterno lungo impareggiabile. Vibrazioni di un abbraccio che fa tremare le gambe, a chi come me dovrebbe esser abbastanza saldo data l’esperienza.
E invece si ripete copioso e inarrestabile come fosse la prima volta…

vacca boia stavolta mi son superato… bwhahahaah!!!

Open Sesame…

E narrerò di leggende perse nel mare di vento e sabbia. La clessidra scorre sotto un sole infuocato. Il calore genera oasi, distorce l’orizzonte e capovolge illusioni. Lei in uno dei suoi tanti viaggi non sapeva bene cosa stava cercando, fosse anche il senso alla sua vita oppure tesori perduti. Percorreva strade apparentemente dritte, senza una precisa meta. Aveva smarrito il calore della propria anima. In tanti avevano banchettato con il suo cuore e ora lo aveva chiuso per paura di soffrire. In una sosta presso un Bazaar incontrò un pellegrino che gli raccontò di un antico timore. Nel Reame esisteva un malefico Genio, dall’incommensurabile potere. Piegato, distrutto e rinchiuso anch’esso dalle sue esperienze giaceva solitario e chiuso. Si chiamava Eldai al Daxil e dormiva nel suo sonno millenario, nella sua lampada. Veniva saltuariamente svegliato da chi attirava la sua attenzione. Stanco di tutta la solitudine al di fuori del mondo, non era suo uso rilasciarsi anche se l’artefatto magico veniva sfregato. Se non lo riteneva opportuno, non si disturbava neppure. Strana maledizione incatenò questo spirito… Ciò si perpetuava da millenni… Lei partì allora attratta dalla storia, forse in cerca di una risposta tesa a placarle tutti i mali… Si addormentò. Per entrare nella grotta del Genio doveva passare per le Terre del Sogno, così le fu detto, ma fu il Genio a indicarle la strada, mosso da insaziabile curiosità… Trovò l’ingresso ad una grotta ricca di tesori abbandonati, una bottiglia e sopra di essa una serie di rubini color sangue e una gemma turchese su cui si trovava una cupa lampada…

To be… Continued?

Serve Grilled…

Si è aperto il cielo. Il sole scotta e leviga la pelle con fare minaccioso… Lavoro un campo di sassi lasciando stare quel mucchio di lucertole distratte dal caldo. Accendo la moto. Lo starway verso il groove sapora di foglie secche. Se mai mi trovassi in una condizione di malessere, adesso è il momento giusto. La colpa è quasi sempre di una donna. Non è qui e ogni pensierò è suo. Piacevole malessere. Assaporo il tempo che arriverà. Cambio. Mi rotolo nell’erba appena verde per l’aria primaverile. Le chiappe sono ben salde. Il cioccolato al latte è valido, la sorpresa da montare e le chiacchere intrattengono. Macchine da corsa. Soundgarden e aeroplani amatoriali sopra la testa. Giri di basso elettrico. Non mi muovo nemmeno morto. L’arietta fa stare bene. Collasso in mezzo al gruppo. Del resto è così che mi aspettano. Sono così. Cose belle e cose meno belle. Non ci sono nuvole in cielo. Solo l’eco dei suoi occhi mi ricorda quanto sono vivo ed è più intenso della luce. E ricorda quanto, forse, valga ancora la pena amare…

Blinded by emotions…

Tanto per cambiare sono putrido. Durissimo. Di quello vecchio stampo perso. Ho perso il conto dei drinks. Vacca boia non capisco più un tubo. Ma fermo tutto due secondi e riprendo forma. Parlo a vanvera senza capo ne coda. Ma contento. Un poco. Il malessere espresso negli ultimi tempi sembra destinato a sparire come neve al sole. Ce l’ho. Vacca boia ce l’ho. Tra le dita, certo, non stringo per evitare di mandare tutto a puttane. Io buono, lei grande vortice. Forte e potente come il magma che ti esplode tra le mani. E quindi come si maneggia una docile bomba? Non lo so. Al massimo non la faccio cadere per terra. Devo ripescare ogni pezzo del mio massimo repertorio. Devo essere in grado di colmare ogni sbavatura e ogni suo pensiero, codificare le trame come su un campo minato. Ponderare tutto me stesso. Sì. Devo mettere sul piatto di gioco un uber-power-minchia-turbo de maximo mistico estremo. Dorme ora, non era in formissima. Sto male se lei sta male. Ma io non posso permettermelo. Devo vegliare sul suo sonno, perdicibacco sono un guardiano dei sogni! Avevo smarrito il titolo ma gli Antichi me lo hanno ricordato e consci delle mie capacità hanno concesso e reintegrato a pieno titolo, riportato in auge. Appena mi fa un cenno, ne gusterò ogni respiro. Il bello è che mi aspetta! Mi ha detto che ci ero finito nei suoi sogni e per la miseria avevo abbassato la guardia. Non deve più succedere.

Sustained solitude.

Adattarsi a serata in corso è sempre stata una mia qualità. Se salta il programma basta una telefonata per rientrare in corsa. Unico limite mai avere fretta. Anche con i morsi della fame. Quelli si placano con il bere, tanto veleno. Mentre scavo nelle tasche sbuca un amarcord. Recupero vecchie giacche con vecchi sapori. Storie da raccontare… Tendo a non buttare via niente. Un biglietto del cinema. Scolorito. Un film trash, una porcata. Ma che sequenza quella in prima persona. Fu l’inizio. La storia è andata da un pezzo. Che male che fa. Che rabbia, che rammarico, non conto nemmeno la mole di errori commessi. Ma ne è rimasto il ricordo. L’eco. Ne trarrò forza. Troverò chi mi farà ripetere i fasti di un tempo? Non lo so. Forse mai. Che importa. Tutto finisce. La solitude…

shattered memories…

Avrò accesso ai tuoi sogni. Ma li percorrerò silente e soave per non disturbare il tuo sonno. Interverrò solo quando aprirai un occhietto nel mondo reale, volgendo languidamente il tuo sguardo verso di me cercando il bacio della sveglia. E solo lì te lo darò, ad occhi appiccicati e il tempo si fermerà fintanto avrai il tempo di realizzare ed assaporare quanto sarà ampio e disteso il sapore, oltre i confini del tempo…

Irreverent Vampire Killer…

Ora che ci penso… Mi sento lievemente osservato… Oscure presenze nella dining room. Dovrei scendere a controllare cosa è quella sensazione di… di qualcosa che arriva dritto dritto al cuore dell’anima. Dovrei scendere e controllare, oppure è solo frutto della mia mente? Cosa è reale. Cosa è irreale? Sento che il sangue vibra, sussulta e corre. Devo temere un pericolo imminente? Sesto senso. Se prima ero spavaldo cacciatore, ora sono potenziale vittima!