Time continuum.

Post tremens. Il crogiolo di mondi plasma sensazioni univoche miste a parziali movimentazioni del proprio io. Così mentre la serata scappa tra maree di risate e trame, non posso esumermi dal tentare di catturare tali momenti. Emblemi di posizioni riassunte da una semplice foto su un frammento di tempo e spazio ben definiti. Il fondo di un bicchiere. Colorato, dolce al sapor di zucchero, definito e inesorabilmente giunto al termine per colpa della mia sete insaziabile. Potrei spezzare la regione subliminale dello spazio-tempo, ma quel che resta è solo una fottutissima foto. Il problema, o almeno uno dei tanti problemi, si rivela l’esser completamente a digiuno di qualcuno a cui raccontare e ridere di tutto questo. Ecco, la cosa fa un male cane. Cioè in realtà qualcuno c’è sempre, ma poca arguzia e stimolo. Non esiste niente che possa equilibrare il mio essere sconnesso. Così mi vedo con poche opzioni davanti, consumare e filtrare finchè il fisico regge. Resto lucido, senza effetti collaterali visibili tipo barcollare come Braccio di Ferro pieno di spinaci andati a male. Stanco morto, quello sì. Divorato dalla continuità, schiacciato dalla quotidianità. Ora ho solo bisogno di staccare la spina e dormire, recuperare un briciolo di sistema. Fino alla prossima serata di maree e risate con trame, dove perpetuerà il solito iter. E farò altre semplici foto.

Lascia un commento