brutte arie…

Ci siamo dentro tutti. Non è nei pazzi l’Iris (blonde) ma tutto il comprensorio ceramico di cui siamo stati fieri leader a livello mondiale, scricchiola da mesi, adesso arrivano le mazzate. Lasciando da parte il perchè una ditta sana, con lavoro e soprattutto con impianti riammodernati da pochi mesi (per una spesa di 6 milioni di euro) decida di chiudere di punto in bianco (per svecchiare il personale e ripartire, nessuno lo dice ufficialmente ma sarà così), l’effetto domino è palese e si riflette anche nella nostra piccola realtà. Se uno molla, inevitabilmente tutto si blocca e va solo peggio, il famigerato indotto che alimenta sè stesso va a rotoli, finisce cassaintegrato, sulla strada. In quasi ogni settore che traina la nostra scassata economia. Un bel segnale appunto si gira bene per strada, ci metto meno ad arrivare dai clienti. Clienti oramai più per visita di cortesia che altro, vista l’apprensione e la paura instillata da mesi dai media (che fiaccano ogni buon proposito) e da un pessimismo tipicamente italiano. Più pensi grigio, più vedi nero. E nemmeno io mi sottraggo da questa legge, mica sono così ottimista visto che il welfare in Italia non esiste, meno di una social card. Tiriamo avanti, per ora…

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