Kyashan: La Rinascita

Casshern, di Kiriya Kazuaki, pruduzione nipponica del 2004 è finalmente arrivato a noi. Tratto da un anime del 1973 che fece capolino in Rai decenni fa con il nome di Kyashan il Ragazzo Androide (tit. originale Shinzô ningen Kyashân), si perse nei meandri del collettivo, per colpa dell’arrivo di molti progetti simili all’epoca (uomini/robot/super eroi) e perchè si trattò in definitiva dello speculare Hurricane Polimar, sempre creato dallo stesso studio d’animazione fondato da Tatsuo Yoshida (Judo Boy e Superauto Mach 5). Kyashan è più di una trasposizione, quanto rivisitazione. Poetico, visionario e surreale come impatto emotivo, i temi portanti della serie sono stati ripresi e allargati: il male non è solo nei cattivi generati per l’ipocrisia del professor Azuma che per debellare epidemie globali approfitta del tentativo di recuperare la moglie morente, quanto si annida anche dall’altra parte della barricata. Guerra, distruzione e il diritto di essere giustizieri ed epuratori di una razza erroneamente creata. Progresso teconologico e clonazione, vengono posti molti interrogativi etico/morali. Tanta carne sul fuoco però si paga. La sceneggiatura si dipana lentamente senza risparmiare momenti oscuri e lo stile nipponico di fa sentire: 140 minuti non aiutano a cui aggiungere un ritmo abbastanza altanelante tra troppa azione e monologhi pesanti (veramente filosofici). Forti richiami al cinema occidentale (spruzzata di tarantino per esempio e mi è sembrato di rivedere V per Vendetta nelle location) viene da chiedersi come hanno fatto a fare tutto con 5 milioni di euro. OST evocativa seppur invadente, a tratti sembra coprire i dialoghi. La fotografia è arte allo stato puro, claustrofobica, disturbante ed esasperata nel digitale, con contrasti cromatici assolutamente da vero brivido! Ricalca l’epressionismo di Lang (Metropolis), il cyberpunk urbano di Scott (Blade Runner) per arrivare fino all’avanguardia di Otomo (Akira).
Non è per tutti.

Dimenticavo, non aspettatevi il cane Flender e il Cigno (che poi è la madre di Tetsuya), ridotti a comparse per esigenze narrative. A onor del vero è stato riadattato molto e si intravede poco dell’anime originale. I fan più accaniti non lo perdoneranno!

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