L.A. Noire, il thriller si tinge di bianco e nero

L’incipit neanche a fare apposta sembra lo stesso anno fa con Red Dead Redemption, del resto la data coincide. Sono assente da queste pagine da qualche giorno per un solo motivo, sviscerare uno dei blockbuster dell’anno. E probabilmente tra i più belli in questa generazione di console. L.A. Noire ha richiesto 5 anni di sviluppo, lunghi e travagliati. Il risultato per fortuna soddisfa le attese. Mix di cinema e intrattenimento videoludico in modo fresco e (possiamo dirlo) originale, preciso originale per questo periodo, mantenendo il tradizionale tasso di magagne tipiche Rockstar. Di queste ne parleremo dopo, ora veniamo al grosso. Com’è, come non è? Per iniziare immenso. Los Angeles 1947 è stata riprodotta nei limiti del possibile, con tanto di personaggi realmente esistiti e cura dei particolari che rasenta il maniacale. Per chi li sa cogliere, ovviamente. Scorrazzare per strada ascoltando Louis Armostrong, regala soddisfazioni, mentre canoni e omaggi al genere Noire non si contano. Vi sembrerà di essere in un film tipo Chinatown o L.A. Confidential: la sensazione di trovarsi in una città lordata da corruzione ai vertici e malavita, con tanto di intrighi, regolamenti di conti, traffici di droga e ovviamente omicidi (brutali e seriali). Con voi paladini della legge, una goccia nel mare. E non dimentichiamo la storia d’amore. Dal taglio registico alla possibilità di giocarselo in bianco e nero e in termini di sceneggiatura poco o niente è fuori posto. Per protagonista un veterano della seconda guerra nel suo percorso di espiare il passato, tutto fuorchè un eroe, anzi a sua volta infettato dalla città degli angeli. Certamente gli autori non ce lo faranno apprezzare il detective Phelps.  Vivrete una esperienza lunga 21 episodi, ognuno dei quali collegato da un filo sottile per comporre un inquitante mosaico. Cast attori impressionante (stiamo sempre parlando di un videogioco), ben caratterizzati, credibili. Una quantità di carne sul fuoco da fare invidia, alchimia che funziona e trascina il giocatore nella storia, nonostante alcuni momenti di fiacca, stiracchiata in altri. Manca effettivamente un hype da portare trionfali alla conclusione, nemmeno il post titoli di coda, ma anche stavolta credo lo si sia fatto apposta. L.A. Noire offre tanto ma richiede un certo sforzo. Occorre mettere da parte l’assioma Rockstar/GTA perchè qui non si uccide senza motivo. La campagna dura circa una 15ina/20ina di ore, senza dimenticare i collezionabili, immancabili in questi giochi free roaming per gli appassionati completisti. La Wikia è tutta per voi. Al succo il vostro obiettivo è sostanzialmente recuperare indizi, collegandoli per formare accuse e incriminare il colpevole. Tipo una avventura grafica, con maggiore libertà. La tecnologia proprietaria impiegata dal Team Bondi per la MoCap battezzata Motion Scan, è fiore all’occhiello dell’intera produzione. Basterà vedere un trailer qualsiasi per rendersene conto, ma in termini di gameplay riuscirete a capire quando chi vi sta di fronte mente o rimarrà attonito di fronte alle vostre accuse. Abbiamo l’esempio del come proseguirà l’industria perchè adesso ci si dovrà confrontare con quanto visto grazie a L.A. Noire. Chiudo con la musica, curata da Andrew Hale. Basta un bicchiere di scotch e un sigaro davanti al divano e si è in bolla. Qualitativamente altissima, a tal proposito consiglio di recuperarla su iTunes, in particolare la versione Remixed con i producer della Verve Records. Reso bene l’idea? Sì, adesso butto un paio di righe anche sui “ma”, “però”, “peccato”… Come detto non è un GTA negli anni ’40, quindi chi vuole investire pedoni quasi fosse in Carmageddon, stia pur fresco e non perda tempo con un gioco del genere. Lascerei perdere chi accusa una mancanza di visuali mentre si guida (ce ne sono solo due), così come il modello di guida stesso, sicuramente legnoso ma non stiamo giocando a GT5. Pure chi lamenta un detective nel mentre di ispezionare effettua errori grossolani come toccare un cadavere senza guanti. L’ignoranza non ha controllo, in un gioco del 1947 sarà difficile usare del Luminol… La difficoltà troppo casual, ma scusa, ti aspetti un Ninja Gaiden? L’ultima cosa in giochi del genere è generare frustrazione… Dobbiamo fare i conti con certi gamers, oramai. Spero che i publisher non perdano tempo ad ascoltarli, la maggior parte di questi “difettoni” finisce per cozzare, portando a rovinare l’esperienza di gioco solo solo a questi fenomeni. Quindi tirando le somme, cosa ho trovato che non va? Beh, una mancanza di interattività con la città. Salvo andare da un punto A a B, nel mentre verremo chiamati via radio per qualche sidequest, tutte diverse ma limitate a ripetere inseguimenti, sparatorie, correre dietro a delinquenti. Nient’altro, c’è da lavorarci ancora un pò. Le sezioni “sparacchine” lasciano a desiderare. Sono il primo a comprenderne una utilità da secondo piano, ma se fossero state gestite meglio, ne avrebbe giovato il coinvolgimento. Così come piccoli dettagli come vestiti che NON si bagnano sotto la pioggia. Le tonnellate di bug, collisioni, gestione della fisica ma rientrano nella norma. Insomma bisogna tenerseli. Diventerà Game of the Year? Presto per dirlo. Ma altamente probabile. Si nota che ho fretta di tornarci a giocare? Manca poco al +1000 nel gamerscore…

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