merchant of venus di richard hamblen


Merchant of Venus, Avalon Hill 1988

Sabato scorso è stata l’occasione per provare uno dei titoli maggiormente quotati dal Dominex, ovvero Merchant of Venus, oltre che incontrare cari amici nel bolognese. Partiamo con il dire che questo storico gioco della Avalon Hill (per intenderci prima che fallisse, non adesso che è un brand sotto la Hasbro) mi ha piacevolmente sorpreso. Niente capolavoro per carità, anzi tendo a ridimensionare il parere fin’ora sentito in giro in quanto Merchant è un discreto gioco di gestione commerciale su domanda/offerta, nulla di più. Per l’epoca sicuramente innovativo, un fiasco commerciale si intende, ma rivisto in ottica odierna regge benissimo il colpo delle decadi. Ben equilibrato e fluido l’abilità principale risiede nel saper azzeccare le tratte più remunerative e massimizzare la resa delle trattazioni. La chiave del sistema ruota attorno al movimento determinato da pallini colorati che collegano le varie zone della galassia. A meno di non avere determinati upgrade tecnologici per muoversi rapidamente saltando vari colori, il tiro di dado la fa da padrone in pieno stile anni ’80 e sopratutto può far perdere tempo prezioso se qualche tiro va a rotoli. Ma funziona e questo è ciò che conta. Se il fattore aleatorio dato dalla sistemazione casuale delle culture e gli asterodi nascosti che contengono meraviglie e insidie, un pò meno convincente che il reintegro sia pescato da un sacchetto, cioè dove spuntano le nuove merci da andare a vendere. Con un pò di sfortuna rischi di rimanere all’asciutto.


Segnalini di cartoncino e grafica assente. Puro anni ’80 e pensiamo che il Domi l’ha tutto restaurato/ristampato per renderlo robusto e funzionale.

Sostanzialmente è un susseguirsi ripetitivo di muoversi, vendere, raccogliere, portare in giro. Non ci sono colpi di scena o capovolgimenti di fronte, siamo alla già vista avanzata capitalistica a fattore esponenziale in cui un giocatore accumula, centra un exploit per fortuna grazie a un paio di lanci di dado e riesce a fregare le risorse prima di un altro. Dopodichè a denaro sonante equivalgono navi, basi spaziali, fabbriche e ritorni economici. Chi è ricco diventa sempre più ricco e con facilità rispetto agli altri, i quali se perdono il treno (ad esempio intorno a dove ti trovi non c’è un tubo da raccogliere) sono pian piano tagliati fuori con scarse possibilità di recupero. Il problema risiede nella modesta interazione tra i giocatori (al massimo possono fregarsi le risorse), aspetto che in parte l’opzione dei combattimenti aiuta a migliorare rendendo al tempo stesso meno statico e più appassionante il gioco, sopratutto vista la durata. Dominex insiste con il voler evitare tale opzione perchè snatura la componente commerciale. Credo che invece un pò di sano guerreggiare in questo gioco aiuti, proprio per aumentare l’interazione altrimenti ognuno gioca per conto suo…


Le navicelle sono state costruite sempre dal designer reggiano. un bello smanettone non c’è che dire. 🙂

Un classico di altri tempi ed è importante tenere sotto occhio ciò che è stato in passato. Spesso idee di oggi non sono altro che riprese di vecchie glorie come queste.

La partita è durata un bel pò dopodichè si è passati su console con un party game come Scene it? apparso su 360 un paio di mesi fa. Inoltre ho fatto vedere Mass Effect visto che qualcuno era interessato all’acquisto.


Riconoscete il film? :mrgreen: Peccato per qualche bug e alcune domande troppo di nicchia: ad esempio chi cavolo si ricorda lo slogan di Frankenstein Jr. sotto la locandina?


Auguroni al Guglia che ha compiuto gli anni!!!


Infine un occhiata al prototipo di mosaici, un semplice gioco di carte preparato su commissione.

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