The Sky Crawlers

Hai sempre la possibilità di cambiare la strada che percorri ogni giorno, anche se la strada è la stessa puoi vedere cose diverse, non è abbastanza per vivere? O invece, non può essere abbastanza?

Sì, lo so. Ci arrivo sempre lungo, ma il tempo tiranno concede meno spazi, poi ci si mette come mi scordo puntualmente di recuperare. Semmai però vi capitassero un paio di ore e abbiate voglia di vedere un bel film che vi lasci qualcosina al termine della visione, beh rimediate con questo capolavoro di Oshii, già autore di una pietrona miliare come Ghost in the Shell. L’animazione giapponese è sempre una pacca avanti,  avanguardia non solo nella tecnica ma anche nei temi sviluppati il che di fatto procura una certa indifferenza nel pubblico che associa sempre a “cartone animato”, roba per famiglie. Tantissimo qui nel nostro paese. Non li biasimo, settimanalmente arriva un prodotto di questo basso profilo, due battute, una scorreggia, un rutto e via a ridere. Vedo poco roba per famiglie, poi la mia opinione resterà pur sempre discutibile. O no? Mah dove andremo a finire… Cominciamo a malapena a sdoganare Miyazaki, sebbene le sale in tal caso sono puntualmente semideserte. Occorre quindi rifugiarsi nell’home video. Tornando a Sky Crawlers lo spunto riflessivo su cui poggia il film è la guerra vista come unico modo per mantenere l’illusione di pace, dove sono degli adolescenti a condurla mentre gli adulti sono solo spettatori. Si profila più di una semplice denuncia da parte del regista di infanzie rubate dei minori impiegati nei conflitti. Man mano che la trama si racconta Oshii mette in luce la natura dell’uomo, in un mosaico dove nulla è lasciato al caso. Una lettura impegnata e intelligente che va al di là della maestria stilistica, sulla quale non vi sono riserve. Avevate dei dubbi quando si parla di Production I.G.?

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