Next beyond the big trouble


Guardians, by Rudolf Herczog

Ora sparo un paio di frasi sconnesse. Voglio andarmene e nessuno(a) mi porta via. Solo un sogno. Sei solo un sogno. E quando lo vedo. Tu mi hai preso. Segui la luce. Bellissimo mistero. Solo un sogno. Solo un secondo. Solo un secondo. Guarderò riflesso il nostro sguardo, come in un portafotografie, fino a che non mi si asciugheranno le cornee… Lento fisso fermo immobile imperituro impassibile eterno. A parte eterno cominciano tutti per “im”. Imeterno. Vorrei cacciare il vuoto con un pensiero, riempirlo con sinapsi a effetto domino. Tu e io. Tu e io. Ho preso una camicia che non mi piace e domani la riporto indietro. Insomma non riesco ad usare una parola, tipo inferenza. Posso solo citare il Guglielmo da Baskerville: E quando qualcuno vi propone di credere a una proposizione voi dovete prima esaminare se essa è accettabile, perché la nostra ragione è stata creata da Dio, e ciò che piace alla nostra ragione non può non piacere alla ragione divina, sulla quale peraltro sappiamo solo quello che, per analogia e spesso per negazione, ne inferiamo dai procedimenti della nostra ragione. E bla bla bla blablabla… Vacqui pensieri, chissà dove mi porteranno. Probabile che proverò a fare abitudini inusuali tipo adesso provo a dormire appoggiandomi al fianco destro. Nella riva fatta di sabbia e sassi, fatti di sabbia compressa in sassi. Perchè quando cammini sulla battigia e trovi un sasso, quello è il prodotto di una eccessiva tallonata fatta da qualcuno. Vero?

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