Parossismo del nulla.

Penso ad un momento particellare in cui ogni singola fibra smarrisce il vuoto blu. Volevo solo chiederle se mi voleva vedere, amarla ancora una volta. Ma di fronte alla indifferenza, al rifiuto, al rinvio, perdo il colpo e mi chiudo a riccio. Così non scrivo più niente, fanculo l’empatia. Non vorrei mai far perdere del tempo. E non chiedo altro. Avrò sbagliato tutto e forse è solo quello che mi merito. Errori di valutazione. Volevo solo trovare una donna, che almeno mi potesse lanciare un sorriso… Una parola… E non lasciarmi qui a disintegrare il mondo… Sia chiaro, fuori da me anche solo per un istante di disturbarla. Eh, no. E’ troppo splendida per romperle il cazzo. Ti ho succhiato tutto e ho lasciato un vitreo siderale, ti ho demolito talmente tanto, che non hai niente dentro. Lo zero assoluto avrebbe una porzione di calore rilevabile. Un buco universale che stritola ogni ottimismo futuro. Meglio così, magari ne soffrirai. E io con te, ma uno step sopra ne godrò a vederti contorcere. Ho plasmato un mostro. A me hai donato l’amore massimo, che ho usato e consumato fino a lasciarti un livello di puro vuoto, da cui non ne uscirai mai e mai e mai e mai. Vado a buttarmi nel differenziato. E mi seguirai, ever and forever. Ever and forever. Non avrai mai le chiavi che aprono le porte di infiniti orizzonti, perchè ho bruciato ogni singolo atomo del tuo essere. Ed è questo quello che conta. Ti ho annullato, a tal punto che le stringhe dell’universo neanche fanno lo sforzo di piegarsi, perchè otterrebbero fermo costante. Solo freddo glaciale, senza vita nè emozioni, caduta nel grembo dell’oblio. Non riproverai mai quelle emozioni. Nemmeno io. Ma nemmeno tu. Nemmeno tu. Sparisci nella Greatest Eclipse. Il nulla rimane la tua unica strada, dove ti perderai per eoni… Voci che riecheggiano di antichi sapori di labbra unite.

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