recensione Trattoria del Cacciatore.

Ed allora i Giova Brothers come prassi di ricerca verso nuove mete (ricordate i funghi al passo?) sono andati in avanscoperta tempo fa in questo sperduto anfratto del Reggiano, a circa 7/10km da Viano, in ubicazione Cà Bertacchi a Regnano. Dopo 30 minuti lo si è trovato con agilità. Dicevamo cucina tipica, come tipica la cena a sfondo sociale e Olimpiesco dei partecipanti. Saltata la Polentata in Taverna subito l’escamotage è scattato e mai fu così piacevole. Ovviamente i rimandi gastronomici sono tutti diretti ai nostri connazionali in terra estera (guardacaso inglese) con il Diego che ci chiede un brindisi con del Novello e lo sfottame verso il Ruiz, che suo malgrado carbura a Fish&Chips.
Beh noi qui andiamo a polenta e cinghiale.


Il Malefico si tiene versato.


Foto ricordo… Ci voleva la zampa del maiale, ma è pur sempre un cotechino…

Partiamo carichi con un tris di primi per saggiare la manovalanza della cucina. In ordine lasagnone alla bolognese, un quadratino a testa che sembra un antipasto. Ma la poderosa sfoderata arriva con le pappardelle ai funghi talmente unti che lo Zione impazzisce dalla libidine. Un pò sottotono i tortelloni verdi e zucca, pastosi e si poteva dare di più. Arriviamo al piatto forte, fuori c’è un freddo che pela (residuati venti nordici?) e niente di meglio che una cucina sostanziale e da alto impatto calorico. Occorre lasciarsi consigliare dallo “chef”: cinghiale con polenta e sugo in assaggio (notate in assaggio ma in realtà erano multiple portate mostruose) dal gusto superlativo, polenta un pelo liquida per le nostre abitudini. Sempre in tema di “selvaggia” uno spezzatino di coniglio e cotechino con purè.


Spazzolato quasi tutto. Si sentono i primi lamenti da panza piena…

Purè praticamente da busta ma il cotechino è da oscar, non stopposo, morbido e raffinato. Chiudono dolci casalinghi (torta ricotta e frutti bosco ed altro), caffè e giro di amari. Veloci le portate e forse troppo, una decina di minuti aiuta a digerire meglio. Per il bere leggera nota di demerito al novello, dove se Giova Grande dice che fa cagare perchè sa troppo di mosto, da un consumatore poliglotta :mrgreen: non c’è che da fidarsi. Ottimo il lambruscone Ferrarini. Il tutto a 30 euri scontati a testa, dieci persone. Promosso dunque, un grande plauso agli instacabili Giova Brothers che continuano a trovare perle di culinaria bontà e rutti liberi. Peccato solo per la distanza, ma è un difetto puramente soggettivo.

4 commenti su “recensione Trattoria del Cacciatore.”

  1. Voto 10 anche alla saletta TV e alla poltrona in pelle vicino al tavolo per eventuali collassi/momenti di crisi/malinconia. 10 al videopoker spento, 0 a bonni che se sapeva del videopoker sarebbe venuto a mangiare (o giocare) di corsa.
    Voto 10 all’ovazione generale quando il padrone ha iniziato a elencare i secondi con “cotechino e purè”, peggio che l’esultanza degli italiani dopo il rigore segnato da Grosso…

  2. Bhè….che dre io quel novello me lo berrei proprio volentieri anche se non è Chianti pregiato…. Qui il vinello da meno è il “Lambrusco frizzante bianco”….(BIANCO?????) scartonato a 3 pounds i 3/4…..
    Ovvio che ogni tanto il chianti o il pinot grigio o un Rosso da in giro per il mondo ci scappa, ma qui no, il vino non è un alimento….
    Spero che il brindisi l’abbiate fatto però!!!!!

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