Space Invaders Infinity Gene: la gioia del minimalismo

L’annuncio allo scorso E3 del porting su console HD della nuova incarnazione di Space Invaders apparsa su iPhone mesi e mesi fa, ha lasciato il sottoscritto in una sorta di attesa composta e silenziosa. In realtà sotto la pelle bollivo letteralmente. Il motivo è quanto mai semplice, lo stile squisitamente retrò e minimalista offerto dal connubio Square Enix – Taito (due nomi due garanzie) regala emozioni ludiche old school. Affascinante lasciarsi brasare il cervello dagli schemi frenetici, reattività nei riflessi, effetti visivi flashanti e musica ipnotica rave/electro. Scavando più a fondo SIIG è un un omaggio a quel gameplay solido che accompagna gli shooter da trent’anni a oggi, con una marcia in più. La formula è basilare, come all’interno di un piccolo RPG partiamo da zero e man mano che passiamo le fasi il nostro arsenale si sblocca offrendo modalità di fuoco sempre differenti, con pro e contro. Niente di innovativo ok, ma Space Invaders era da sempre ancorato alla sua struttura che conosciamo dal lontano ’78. Ciò servirà per sbloccare il grosso della produzione ovvero modalità challenge e bonus (BGM e livelli extra). Interessante la possibilità di infilare la nostra musica e lasciare che il gioco crei un livello ad hoc, purtroppo limitato ad una canzone alla volta della propria playlist, che va preparata. Sulla stessa onda il level design accoglie il richiamo dell’evoluzione, citato da poche righe di Darwin sin dalle battute iniziali, si parte con schemi semplici per arrivare alle fasi finali con soluzioni geniali e di primo piano negli scontri con i boss. Tasso di sfida completato da ben 4 livelli di difficoltà per rendere il gioco abbordabile a chiunque così come una sfida insana per gli amanti dell’autolesionismo. Un acquisto obbligato per chi ama il genere, per gli altri c’è la demo con riserva in quanto non rende giustizia. Buttateci l’occhio.

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