Caduta del sogno nella torre turchese

Salivo salivo salivo. C’era un forte odore di muffa. Stantio. Nero. Ora oscura. Stanchezza mentale. Cammino leggero, intontito dallo zero sonno, quasi mi vedo dall’esterno, sogno distorto in incubo dove la realtà si plasma nell’astratto. Una inconsistenza fatta di foglie secche, nella quale vedo chiaro e scuro. Non sento le mani. Non sento i piedi. Solo vuoto. Silenzio. Il soffitto sembra fatto di cera, se c’era, il pavimento mi ricorda un porticato lastricato di stelle, nere. Eco velo d’azzurro sui miei occhi e profumo nell’aria. La bacio, la bacio ancora, sempre meno rubato, sempre meno da attimo colto, pian piano sempre più deciso. Oltrepasso la linea, non è più un confine immaginario sepolto nell’anima. Ma fino a che sarò in completo controllo, non succederà quasi niente. Fatto apposta e lo sa. La stasi ha poche direzioni. Una goccia di ricordi che lentamente muore… Una per ogni pensiero dolce… Sono in trappola, spero di trovare la chiave…

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