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DoDonPachi Resurrection Deluxe Edition recensione

E così a fine anno, precisamente dallo scorso Novembre, Rising Star Games, porta anche l’ultimo DoDonPachi (quinto della serie dal lontano 1995) uscito esclusivo su 360, con SOLO un anno di ritardo. Cave continua imperterrita a sfornare un capolavoro di nicchia dopo l’altro. Forse non c’è miglior sparatutto a scrolling verticale (e rigorosamente verticale), non c’è. Ad oggi abbiamo trovato la sua massima espressione, benchè non parliamo di shump classico quanto di un sottogenere come il bullet-hell, inferno letterale di proiettili da schivare e pattern da memorizzare, dove spesso l’istinto non serve. Piccola disamina storica. Il primo DoDonPachi è riconosciuto come il precursore. Dopo orge di cloni con Galaga e Space Invaders (grazie Namco), un abbozzo 3D con Space Harrier di SEGA, ci si giocava fondamentalmente ai vari shooter a scorrimento made in Capcom tipo 1942, Konami con Gradius ed R-Type di Irem e sembrava che gli sbocchi fossero finiti. Segni di un cambio o quanto meno di affinazione si notano con Battle Garegga di Raizing del 1996 (pessimo, imho), Radiant Silvergun di Treasure (a cui seguì anni dopo l’intramontabile Ikaruga) ma per vedere cosa prospetterà il futuro ci vorrà un arcade di Toaplan, Batsugun. Come spesso capita le belle storie durano poco, così appena saltati in aria (lacrime a tutto andare) ecco che parte del team di Toaplan (nota a parte, vi ricordate di Snow Bros e Outzone?) si riorganizza formando la Cave, vanto e orgoglio nipponico odierno. Fine parentesi, sono stato bravo? Tornando al Resurrection poco da aggiungere, non mi dilungo sui vari meccanismi e novità introdotte (come l’assenza di classici Power Up), Hyper e altre amenità. Basti sapere che si spara a tutto andare fin dalle prime battute, che è adrenalinico e richiede meticolosa dedizione e precisione chirurgica. Il tasso di sfida rimane come sempre ben modulabile, pur arrivando a vette di insanità mentale della quale non me ne occupo. In modo novizio mi sono piazzato 70imo su classifica europea e me lo faccio bastare, essendo carente della massiccia dose di pazienza necessaria. In versione HD, rimasterizzato per l’occasione l’arcade da sala più due versioni extra solo per console, paiono sufficienti. In Deluxe Edition troviamo l’OST, ma a differenza di Death Smiles, Rising Star non si è sprecata, relegando gli extra a pagamento, compresa la versione Black Label del gioco che lo riarrangia ulteriormente, con tanta di quella difficoltà che vengono i capelli bianchi. Chiudo ricordandovi che è disponibile per dispositivi mobili Apple. Non l’ho provato ma pare sia stata fatta una ottima conversione, più di Death Smiles, fruibilissimo nonostante il touch come tipoligia di controllo, rischi di essere impreciso e deficitario. Qui gestire il millimetro è a dir poco basilare.


Taaa Daaaaan, le boss di fine livello, da sx a dx: Shooty, PERFECT, A.I., Ray’n, Next Exy.

I giochi citati eccetto Ikaruga sono perfettamente emulati via MAME. Quindi, cosa aspettate?

Soul Calibur V, qualche video per l’attesa…

Ok, è il video più demenziale tra i due mostrati a metà Novembre al Tokyo Game Night, ma quei pirla alla Namco si sono decisi di metterli tutti e due disponibili solo da qualche giorno. Importante l’editor dei PG, presumo migliorato rispetto al già ottimo del IV. L’altro clip più serioso lo troverete qui, con una buona carrellata di PG storici. Ah, esce il prossimo 3 Febbraio!!!

Mantengo il trend otaku a completamento del post, interessante come Ivy resti sempre quella con gli airbag più poderosi. Beh, interessante. Diciamo che è una tradizione… Comunque.

Non c’è un maniaco dietro a tutto ciò, ma un accurato studio da parte di Daishi Odashima, che per la cronaca è il game director del gioco. E noi lo ringraziamo!

Catherine infine giunge in Europa

La notizia è vecchiotta di qualche giorno, il 10 Febbraio prossimo arriverà anche da noi, tradotto solo nei sottotitoli come ampiamente prevedibile. Così mentre la data si avvicina, niente di meglio che un buon video promozionale uppato da Deep Silver (il distributore per l’area Euro), con tanto di risposte multiple che permettono di toccare con mano uno dei punti forti del gioco e di capire quanto sia piuttosto atipico.
Ehi, non dimenticatevi la mia recensione, se ve la siete persa o semplice curiosità. Per me è stato, modestamente, un must have dell’anno videoludico oramai giunto al termine!

Skyrim fa il pieno su Famitsu

Elder Scrolls V, meglio conosciuto come Skyrim è il fenomeno videoludico del momento, tanto da tener testa come volume di vendite persino un mostro come Modern Warfare 3, perlomeno al Day One (poi sulla lunga distanza non ci sarà storia per l’FPS bellico di moda da sempre). Famitsu è la bibbia del settore in terra nipponica, pertanto beccarsi un bel 40 (perfect score) è un onore da pochi, solo 16 giochi dal 1986 ci sono riusciti, e Skyrim il diciassettesimo è addirittura il primo di produzione occidentale (Bethesda, gli stessi di Fallout) a vantarsene. Mai prima di Skyrim un gioco fuori dal giappone si era preso il top, anzi al massimo dei gran 39 (L.A. Noire o Gears 3 tra gli ultimi). Fare affidamento su numeri e recensioni in questa gen è un sonoro errore: pressioni esterne, incapacità di valutazioni critiche hanno permesso di collezionare svarioni a tutto andare praticamente ovunque. Basta un solo 8 perchè la gente lo lasci sullo scaffale. Un voto detta più legge e vendite a discapito della qualità. Non di meno il 40 di Famitsu, calma Skyrim è un grandissimo titolo, ma si evidenzia un significato importantissimo. Una inversione di tendenza persino da parte della stampa specializzata, segno che tira una aria nuova ma soprattutto l’apertura verso il mercato occidentale e la consapevolezza (dato di fatto da anni e non solo per numeri) di non primeggiare più nel settore. Forza Giappi, riprendetevi ciò che da sempre è stato vostro!

Onechanbara Z Kagura: nerdosità e “otakuismo” a palla…

Annunciato un paio di mesi fa, non avevo dedicato uno straccio di post qui sul blog. Mea Culpa. Videogame.it ha riportato una piccola anteprima su questo gioco in uscita a Gennaio sul suolo nipponico, esclusiva boxara sulla quale può essere simpatico sputarci un paio di parole. Il primo Onechanbara non ha certo brillato per gameplay e risultati di gradimento, tanto da rimanere confinato in una nicchia che più nicchia non si può. Sì, come gioco era un Disastro. Questo promette un paio di limature e novità che potrebbero, almeno ludicamente, porsi con buon interesse sul mercato. Tette e culi a parte, quelli andavano bene già nel primo quanto basta per vendere, così forse lo vedremo ancora in Europa… Notare la suit di Kagura nella limited edition. asdasdasd…

Max Payne 3: ora se ne parla seriamente

Nemmeno finito di spararsi il trailer (striminzitissimo) del prossimo GTA V, oggi viene presentato il primo (e sicuramente non ultimo) filmato sul making of del gioco. Verte essenzialmente sui punti chiave della serie, ovvero animazioni, dinamiche degli scontri a fuoco (con relativa fisica, impatti proiettili) e l’immancabile bullet time. La varietà e la cura lo rendono un titolo spettacolare e sono convinto che ripagherà le attese dopo tutti questi anni. Il due uscì nel 2001! Rockstar ha raccolto bene l’eredità di Remedy. Certo, sorpassiamo un Max nelle favelas che c’azzecca come i famosi cavoli a merenda, ma la storia sarà uno dei punti di forza. Oramai non mancano tanti mesi: Marzo 2012.

Se Quake uscisse oggi…

La qualità del gaming in generale è in rotta di collo verso il basso oramai da anni, salvo qualche perla che spesso non esce bene in termini di vendite. I videogiochi sono oramai sdoganati e non più visti con occhio becero e guardingo, dubbioso e scettico. La massa ne ha preso il sopravvento costringendo gli sviluppatori ad adattarsi a questa inedita categoria di giocatori, standardizzandosi di conseguenza, offrendo giochi in capitoli seriali, semplici aggiornamenti anno dopo anno di prodotti senza spessore e solo belli da vedere. Spesso troncati solo con la scusa di venderne porzioni extra, emblematico fu Prince of Persia, reboot del 2008 ma con il finale troncato e acquistabile a parte??? Il video parodia di un gamer tedesco, in modo piuttosto simpatico, ne enfatizza gli aspetti, portando qualche spunto di riflessione. Dove sei finito, gameplay?

Halo Anniversary

Come ben sapete, o meglio dovreste sapere, il 15 Novembre 2011 cade l’esatto decennale dell’uscita del primo Halo sulla vecchia Xbox. Da allora, mi secca moltissimo ammetterlo, il mondo degli FPS (sparatutto in prima persona) cambiò e uscì con prepotenza dai confini del solo Personal Computer. Non voglio dire che su console negli anni addietro non esisteva come genere, dico che seppe imporsi senza se e senza ma al pubblico di massa, rendendolo di fatto il portabandiera della console americana. Che culo. Mai piaciuta la saga, girate nei paraggi del blog e capirete. A dirla tutta è sempre stata sopravvalutata sia in termini narrativi, sia nel gameplay, sul multy non mi dilungo siccome non l’ho mai eviscerato a dovere per voglia e tempo. Giusto qualche partita. Del primo ho un brutto ricordo, con il disco finito fuori dalla finestra. Il Warthog era impilotabile per non parlare della ripetitività e frustrazione a tutto andare: spara a ogni flood e muori. Almeno in casa iD (Doom, Quake) erano più eleganti come sparatutto ignorante, ancora meglio in Valve (Half Life). Questione di gusti? Il 2 forse il più carino e quello che ho trovato meglio caratterizzato ed equilibrato, durato il giusto e l’Arbiter è l’Arbiter. Un carismatico. Il terzo? Due sere, qualche bestemmia e un “embè?” sui titoli di coda. ODST ci ho messo 6 mesi perchè lo riprendevo nei tempi morti. Reach? Ok, lo ammetto. Sono arrivato al terzo (o quarto?) capitolo, poi quando ho visto il solito andazzo l’ho messo sopra la pila della noia. Qui vi presento un video comparativo dei 343, attuali sviluppatori del brand e verrà venduto a prezzo budget dell’Anniversary. Di fatto il gioco ha subito semplicemente un restyling grafico, lasciando tutto come in passato. Lo comprerò? Mah, operazione nostalgia mi piace, ma il gioco… In teoria c’è nei paraggi il mio compleanno. Chissà.

LEGO parody, Bricks of War!

Beh, ma chi non conosce Gears of War? Ogni nerdosissimo gamer di sicuro. Ad ogni modo trattasi della parodia di una delle trilogie videoludiche più vendute ed apprezzate degli ultimi anni qui scherzosamente in versione LEGO. Quasi meglio dell’originale. C’è ogni tratto distintivo della serie, gameplay, inquadrature, effetti sonori e musiche, dall’uso alternativo del lancer al martello dell’alba. Divertentissimo! Grazie al Grem per la segnalazione.

Dove si guidano i sogni…

Ed eccomi alle prese con uno dei giochi maggiormente attesi dal sottoscritto e ultimo episodio su 360, Forza Motorsport 4. Potete notare dalla pic che si parte sempre pian piano, stavolta come due anni fa, una Citroen. Verso l’infinito e oltre. Il “Veterano di Forza” è uno dei molteplici stemmi sbloccabili, questo l’ho ottenuto perchè al 3 ero arrivato al massimo livello 50. Piccole eredità che danno soddisfazione. Che dire? Un paio di ore sono poche per descrivere il fiume di gasamento che scorre nelle vene da gamer. Curato egregiamente, la macchina risponde con un realismo incredibile (siamo sempre su una console). Avvalersi della Pirelli e dei suoi software di simulazione ha ripagato molto. Laconica la gestione dei danni, a velocità folli schiantarsi contro un muro non provoca accartocci di lamiera inservibile, mentre a regimi più normali si comporta in modo abbastanza verosimile. Del resto siamo seri, non è un arcadone in cui spaccare le macchinine. La campagna in singolo promette bene e stavolta la soundtrack d’accompagnamento è una figata. Visivamente è superbo. La collaborazione con Pixar si vede, gli effetti di illuminazione non hanno precedenti ed è sparito l’effetto plasticone che caratterizzava un pò la serie. Insomma. Gli altri giochi di guida, sono proprio una spanna incolmabilmente sotto. Che siate casualoni della domenica o pazzi fotonici sfegatati, Forza saprà adattarsi a voi, scalando tra livello di difficoltà e aiuti vari. Per tutti. Torno a giocare al migliore del genere in circolazione. Per questa gen, siamo al limite.

Sta per ritornare…


Non sono un grandissimo fan dei giochi di guida, ma i due titoli di punta sulle principali console, non li perdo assolutamente di vista. Forza Motorsport 4 offre i muscoli in una demo uscita ieri che pesa quasi un giga e 270mb (in mezzo a un pò di polemiche per un momentaneo disservizio del Live, sovraccaricato da una massa ancora affamata di Gears of War 3) e ci fa giocare sulle Alpi Bernesi utilizzando una tra le cinque auto disponibili: Ferrari 458 Italia, BMW M5, Subaru Impreza WRX STI, Mercury Cougar Eliminator e Pagani Zonda Cinque. Carina la possibilità di avviare tre sfide Rivali, sempre sullo stesso circuito: Round the Mountain, BMW Blitz e Alpine Rush, una sorta di risposta all’autolog di Need for Speed. Al momento disponibile solo per gli utenti Gold, la demo si scarica da qui. Dalle prime impressioni (quanto basta per stare momentaneamente davanti ai miei amici in lista), il lavoro svolto dai Turn 10 è superlativo, sia come fisica di guida (con una seria riduzione dell’effetto saponetta), sia come impianto tecnico. Nonostante l’arrivo a fine mese della Spec-II per Gran Turismo 5 (in pratica una sorta di mega patch per portare il gioco a una versione 2.0, tradizione della serie), temo che sarà molto dura per il titolo nipponico restare a galla. Forza 4 pare superiore sotto ogni punto di vista, conferma l’hype e le varie preview (da E3 a Gamescom). Oramai non manca molto: 11 Ottobre negli States, 14 in Europa. Speriamo abbiano curato la carriera in singolo e avremo il simulatore di guida della gen, su console.

Umano inutileeeeee!!!

Momenti di puro Nerdismo. Limited con piastrona COG serigrafante il codice per sbloccare un pg esclusivo e bandierone sempre con uber-logo COG, altre porcherie molto fighe ma inutili. Comunque ci siamo, l’epilogo della trilogia per eccellenza su 360 (c’è chi dice Halo, Reach precisiamo, io dico meh, ma son sempre gusti) arriva al termine. Con un leggerissimo anticipo sul D1. Inizio esplosivo e trascinante come sempre, peccato solo la voce italiana di Marcus non è più quella di Dario Oppido. E il resto del doppiaggio latita. Graficamente se questo è l’apice di 360, la PS3 asfalterà senza problemi la gen nei prossimi mesi. Il gameplay non cambia di una virgola. Ora vedremo la storia e cosa regalerà in termini di ambienti.

Alla facciazza di tutti gli altri, ahahahahahahahah!!! Io ci gioco già e tu noooooooo, gnè gnè gnèèèèè!!! Come attirare le ire di mezza lista amici in Live. Sborronaggine senza prezzo, quando si parla di un titolo attesissimo come questo.