Wikipedia e il DDL. 29

Neanche qualche giorno è passato dalla sospensione e rettifica di qualche ora fa della Nonciclopedia alla voce di Vasco Rossi, uomo che ricordiamo di sani principi e valori morali (droga in farmacia, liberismo e vita spericolata) ma dal senso dell’umorismo nullo e capace di perdere la faccia in cinque minuti, che arriva un altro scossone. Così sembra correre sul filo del fatto apposta la sospensione preventiva di Wikipedia dopo il passaggio del decreto 29 inerenti le intercettazioni. Lieve vittimismo mediatico, per finire un bel pò sui mezzi di informazione per ottenerne magari qualche donazione che male non fa. Wikipedia non corre seri rischi siccome si basa su una piattaforma internazionale, contenente i propri regolamenti (nel pieno rispetto normativo del paese ospitante) in materia di dati personali e di chi contribuisce a pubblicare e/o modificare contenuti. In pratica la natura informativa di Wikipedia, spesso e volentieri non si basa su opinioni, ma su fatti. Evitiamo di tergiversare sul (poco) pluralismo o che sia un prodotto della società d’oggi, di come possa essere diversa quella anglosassone con ciò che vi è annesso nello specifico dei contenuti. Ci sono pro e contro come in ogni cosa e certo che in parte anche Wikipedia potrebbe incorrere in qualche equivoco. Il punto del DDL 29 è vago ma con l’intenzione di colpire chi scrive e lascia le proprie opinioni, in una semplice parola la libertà di informazione. Sono sempre più convinto che chi ci governa in questo Paese democratico con forti colorazioni dittatoriali, sa esattamente quello che vuole, mentre si grida allo scandalo. Castrare l’informazione, ogni giorno sempre più fuori dal controllo dei mass tradizionali come la televisione (non sconcerta un servizio a caso del TG5 sulla questione) o i giornali che in vent’anni hanno sfasciato il Paese in una necrosi culturale e ancora peggio condannato alla deriva, è l’obiettivo finale. L’impennata dei social network e internet non la controlli, a meno di non fare come in Cina. Non si tratta di sollevare il solito uomo dalle proprie responsabilità, ma mantenere un intero sistema. Se il decreto diventa legge un domani con il semplice escamotage della rettifica, la multona e ciò che ne consegue si otterrà la massima resa con il minimo sforzo: non condannare chi diffonde (certe) notizie, quanto scoraggiare anche solo l’idea a farlo. Pensateci!

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