Castlevania Harmony of Despair

 

Koji Igarashi è uno dei tanti nomi che popolano l’industria videoludica che rimarranno nella memoria. Fu lui a creare quel Symphony of the Night nel 1997, mai dimenticato, apice ed evoluzione di quel platform d’azione bidimensionale che contagiò milioni di persone sul NES nel 1986 riuscendo a riportare  ai fasti di un tempo il franchise, rimasto in un pericoloso pantano di idee. Da ben 13 anni questo producer cerca in ogni i modo di arrivare a picchi di tale caratura, senza però riuscirci. Le premesse per Harmony of Despair erano alte nella community di appassionati, fanboy estimatori ed eventuali curiosi. Tranquilli non ci siamo stavolta: di Castlevania abbiamo il nome, qualcosa e niente di più. La formula proposta da Koji e Konami offre un mix inusuale per la serie fatta di coop multy e old school 2D. Fin qui niente di male, soprattutto nel 2D, pixelloso come giusto che sia, il multy coop vediamolo come una novità. Ma i controsensi arrivano fin da subito. Coop per max 6 giocatori e solo 5 disponibili. Come? Già pianificati via DLC. Pazienza. Il peggio arriva subito, dopo lo start via e sei buttato nel mezzo di un livello. Ce ne sono 6 costruiti da scopiazzature dei vecchi episodi, compresi di mostri e boss, ci si accorge di un meccanismo perverso in alto a destra, il livello va completato entro un limite temporale fissato a 30 minuti. Muori? Game Over, salvi solo quello che si è raccolto e i soldi. Però devi ripartire daccapo. Da sempre in ogni Castlevania l’affrontare i livelli richiedeva un minimo di oculata strategia, fatta di crescita del personaggio, oggetti, persino quali stanze ripulire, arrivare al millimetro in una stanza di salvataggio e amenicoli vari. In HoD niente di tutto questo. Ritroviamo elementi rpgistici, ma limitati al solo equipaggiamento. La crescita del proprio personaggio quindi si rivela lentissima (benchè ognuno ha un suo particolare modo nel farlo) e frustrante per la mancanza di checkpoint, dato il solito tasso di difficoltà (a normale) ostico, necessario per evitare che il gioco si bruci rapidamente. Occorre completare più e più volte ogni singolo stage per andarci decentemente equipaggiati e scoprire la strada veloce e remunerativa di tesori. L’equipaggiamento farà una grossa differenza e parliamo di random a profusione. Qui non si va nemmeno in pausa, nel senso che la pausa non esiste, via tutto d’un fiato e l’intero livello è zoomabile in qualsiasi momento per vedere cosa succede in ogni stanza del castello o guardarselo in tutto il suo splendore. Preclusa anche l’elementare possibilità di editare gli oggetti per i personaggi, si fa sempre tutto di corsa appena partiti con il countdown che inesorabimente cala. O a fine partita, con calma c’è solo il mercato. Nota di servizio, al giorno di lancio non c’erano giocatori italiani e le pochissime room disponibili erano oltreoceano con tristi errori di connessione. Quindi? Te lo giochi da solo. Ci si scontra con il grosso limite e inaccettabile mancanza per un Castlevania. Già, ma non c’è una trama? Che sia in singolo o con gli amici, in questo schema è stata completamente messa da parte una parvenza di storia ed eventi o qualcosa che sia riconducibile, evidenziata dalla struttura di tali fight stage one shot in moltissime occasioni pensati solo per il multy (elevatori, leve, pulsanti, senza un aiuto amico non si possono usare e quindi niente scrigni ghiotti) pertanto di scarso appeal e fruibilità. Fintanto regge la cooperativa ecco completamente sbagliato l’approccio competitivo (sì dai tutti contro tutti) visto il sostanziale sbilanciamento dei personaggi dove alcuni possiedono abilità francamente più potenti a discapito di altri. Aspetto ancor più evidente in single player. Così se preso per il multy ci troviamo un titolo divertente, crea sano addicted per gli oggetti da trovare, duro ma che offre poca longevità una volta completati i 6 livelli e non sarà difficile spaccare tutto con un party affiatato. Al contrario mettete in conto una difficoltà brutale in hard. In singolo è noioso, frustrante e non c’entra una mazza con i Castlevania a cui siamo abituati, Alucard & Co. a parte. Carino ma fine a se stesso la possibilità di scegliersi le musiche. In più l’esclusiva 360 e un paio di immagini per il gamertag (la seconda a gioco finito in normale) la si pagano care: 1200 MP. Bocciato.

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