Overwhelmed by the human mankind.


Endless Dream by christophe vacher

Suona come un dato di fatto. semplicemente un fatto constatabile e incontrovertibile. La caduta nella spirale prosegue senza sbocchi. Nel vortice non ci sono pluralità, curiosamente mi ci annego proprio bene, catalogando di qua e di la. Accumulo perdizione del tempo mista a un frappè di pesche incolori. Ho la vita impegnata. Però troppo impegnata in stronzate butta-via-tempo. Tranquilli, ci darò un taglio. Ma cosa è il tempo? Vorrei immaginare un mare di granelli dentro la clessidra, che fa molto pittoresco. E inevitabile. Almeno tornassero indietro quei cazzo di granellini. Uscire dagli schemi ti circoncide (meglio dire circoscrive), ti isola come l’Isola che ti isola. Vorrei balzare ritroso nel tempo, negli anni della spensieratezza dove le cose andavano bene oppure, luogo comune, si stava meglio. Invece mi trovo bloccato qui, dove piccoli frammenti del mistico tutto sgocciolano via tra le dita, senza che possa trattenerli stringendo i pugni. Attacco discorso ma è troppo dispersivo. Forse una capra ubriaca più di me, almeno apprezzerebbe. Invece no, mi devo confrontare con la pochezza di stile e contenuti generale. Non ce la faccio. Non mi dire di non. Posso attaccare pezza ma “l’interlocutoraggio” è talmente magro e spoglio, che vado in difficoltà. Non si riesce a parlare di nulla. Non mi abbasso al nulla. Saluto il barman, accenno un saluto agli intramontabili amici e vado. Vado a dormire. Un rifugio nel reame del sogno, mi accontento di un piccolo spazio dove finalmente poter trovare di che lenire il default dell’anima in cui attualmente pare restare, senza sussulti. Il telefono non comunica, se mando messaggi, non comunica. Non si legge più niente. Nemmeno una fila di insulti che mi da dello stronzo provocatore. Oppure del pazzo sognatore. Ma almeno era qualcosa, una soddisfazione. Vuoto terribile nero. Corro ad autosprofondarmi nel lettone. Domani si continua!

Lascia un commento