Thomson 8 bit. Più conosciuto come Olivetti Prodest.

 

C’era una cosa che mancava nel mio comparto da retrogamer. Ovvero ritrovare un paio di giochi con il quale sono cresciuto e ho buttato via pomeriggi interi della meglio gioventù. Non era solo l’era del tramonto per l’Atari 2600, di cui possedevo (anche tutt’ora) l’ultima incarnazione Jr. ma l’arrivo dell’Olivetti PC 128 Prodest fu il botto. Un computer a cassette con 64kb di ROM, grafica da 160 x 200 a 640 x 200 pixel fino a 16 colori (da una palette di 4096), numeri che fanno ridere al giorno d’oggi. Ma io dico che al passato si deve sempre molto, anche in questo ambito. Il sistema operativo era in BASIC e all’epoca fu molto utile per imparare i primi passi di programmazione a scuola. Quello che non sapevo era l’essere importato dalla Francia, precisamente diretto discendente del MO5 prodotto dalla Thomson nel 1984, che subì ben 11 restyle tecnici e vendette centinaia di migliaia di pezzi (nel 1986 si stimano circa 430000 unità). Uno dei suoi giochi più famosi era Vampire, prodotto dalla Infogrames, piccola software house partita dal nulla e oggi controlla proprio l’Atari (oltre ad aver infilato le mani in marchi storici come GT Interactive, Accolade, Shiny Entertainment, quelli di MDK, la Ocean e altri). Divagazione a parte, il Thomson fu una timida risposta assieme all’Atari ST del periodo d’oro dei PC da intrattenimento dominato da mostri insindacabili come Commodore 64 e Amiga. Tutte queste dannate macchine le ho provate all’epoca da amici, il che mi fa pensare che ho vissuto con un colpo di culo pazzesco, irripetibile, memorabile e frustrantissimo. Pochi colori, qualche sprite e l’immaginazione. Decine di minuti per caricare una partita a Gauntlet, usando la cassetta, dove bastava un bit rotto che andava tutto a puttane. Quando si usavano le riviste per i giochi e leggere le recensioni. Pomeriggi interi per provare un paio di giochi. L’Olivetti Prodest, nonostante un buon successo di mercato anche in Italia, non ebbe nessun terremoto videoludico quanto applicativi per l’ufficio o la penna ottica, una figatissima poter disegnare usando la TV come lavagna. Però visto che passavo dei pomeriggi interi da una coetanea vicina di casa (che l’aveva), ci potevo giocare con maggiore frequenza. Oggi la fortuna di vivere in un epoca dove nonostante tutto qualche nostalgico conservatore c’è sempre (troverete pure le brochure), si trova tutto comodamente emulato sul proprio PC. Precisamente su DCMOTO e sì, c’è anche quel fottuto Vampire che vi consiglio di provare, l’applicativo che si trova qui funziona senza problemi con Windows 7 e non necessita dell’emulatore, semplice e diabolico nella sua semplicità assieme a Imperialis, La miniera di Diamanti e Orbital Mission, dannatissimo gioco che non sono mai riuscito a finire.

2 commenti su “Thomson 8 bit. Più conosciuto come Olivetti Prodest.”

  1. Ciao, ma perchè Vampire l’hai finito ?
    Il tempo a disposizione era veramente poco!

  2. assolutamente no, guarda l’ho ripreso a piccole dosi e miglioro partita dopo partita, ma ancora nisba. Il gioco non ammette sbagli a parte lo schivare l’acqua, ma per completarlo occorre non andare troppo in là con il tempo o “matematicamente” è impossibile. Inoltre non c’è una unica strada, ma tante anche se chiaramente solo una è quella veloce. Io sempre su DCMOTO ho trovato una soluzione in francese ma girovagando la si trova in italiano. al momento non la seguo, poi il giorno che avrò la luna storta (come nel gioco) e non ne potrò più, sfaterò questo tabù ludico. saluti!

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