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Moon

Ma allora li fanno ancora i film di fantascienza come si deve? Sembra di sì, finalmente… Sono molto incuriosito al momento però non ha un distributore italiano… Te pareva, forse si dovrà procurarlo per vie traverse… Il nome del regista non è Duncan Jones, in realtà sarebbe David Robert Jones, figlio di David Bowie. Apperò… Dategli un occhio…

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I botti all’E3

Ebbene sì è stata una grande edizione quella che si sta per chiudere. Tralasciando i vari coverage e approfondimenti i prossimi mesi videoludici sono molto allettanti.

WII

Super Mario Galaxy e New Super Mario Bros., sì quello classico rifatto con il multiplayer online, un inedito Zelda (a stadio embrionale) sono le uniche news di reale spicco, ad ogni modo niente di eclatante come prassi: a Kyoto non si sbottonano mai più di tanto. A questi un restyle del Wii Fit con tanto di Vitality Sensor, una specie di pinzetta per rilevare dati come il battito cardiaco. Chiude la parata materiale importante come un inedito Resident Evil, il prequel di Dead Space (questo ultimi due sono shooter su binari), Silent Hill Shattered Memories (remake dell’indimenticato primo capitolo) e il ritorno di Samus Aran (Metroid: Other M). Generalmente rimane però il casual gaming la direzione nintendiana.

Xbox 360

Assieme a PS3 è l’attuale alternativa per i core gamers. Come al solito sono però i più sborroni in Microsoft a tal punto di scomodare testimonial come Paul Mc Cartney (Beatles Rock Band) e Spielberg per presentare i prossimi arrivi. Su tutti indubbiamente il sistema di controllo chiamato Natal che regalerà maggiori emozioni del wiimote, si parla di totale assenza di joypad e pare funzioni bene pur essendo il progetto ancora agli inizi. Infine la perdita dell’esclusività di Sony per il brand Metal Gear (Rising), uno smacco che nessuno si aspettava da Kojima, potere del denaro. Ad ogni modo poco male, sarà anche su PS3. Integrazione di Facebook e Twitter direttamente nella dashboard sono piccole ciliegine sulla torta.

PS3

Dal mondo sonaro qualcosa di interessante c’è sempre, una PSP rivisitata esteticamente e senza lettore UMD per contrastare la pirateria (i giochi si compreranno sul PSN) chiamata PSPGO! Di giochi sul tostapane chiaramente le carte non sono moltissime (i grossi titoli oramai sono sempre su entrambe le piattaforme HD) quindi a parte Final Fantasy 14 online e l’ennesimo slittone di Gran Turismo 5, God of War 3, Uncharted 2 (tutti giochi che ignorerò come solito) c’è sempre quell’Heavy Rain (dai quantic dreams, gli stessi di Fahreneit) che sotto sotto finirà in qualche modo tra le mie mani.

Per chiudere questo brevissimo punto della situazione ecco i trailer di giochi che sicuramente sono nella mia lista d’attesa…

recensione Punch-Out! (WII)

Era da un bel pezzo che non tornavo a parlare del monolite bianco Nintendo e l’occasione di un nuovo Punch-Out è fottutamente ghiotta. Il feeling con questo marchio li porto addosso da tempo. Sono passati una decina d’anni dal remake su SNES, vent’anni dall’episodio sul NES, più di venti se contiamo la versione da sala giochi. Se questi sono oramai perfettamente emulabili, che dire allora del mio rarissimo Game & Watch? Insomma Punch-Out è Punch-Out e il ritorno di questo franchise è personalmente atteso e gradito. Premetto con il dire che non è sviluppato da Nintendo ma da Next Level, che ha mostrato i muscoli in occasione dei due ottimi Mario Strikers (Gamecube e Wii). Fortunatamente il brand è finito in buone mani che hanno saputo concentrarsi sulla tradizione: non siamo di fronte a una simulazione ma un vero e proprio arcade, dove tempismo e riflessi sono essenziali per vincere gli incontri. Scelta coraggiosa visti i tempi ma funziona benissimo, la natura della semplicità se ben amalgamata non cede sotto il peso degli anni. Nel dettaglio la struttura di Punch-Out è semplice, impersonando un giovane pugile il fulcro di ogni scontro sta nello studiare le mosse dell’avversario (ogni pugile ha il suo stile e modo di agire unico), generalmente precedute da un tic, tipo un ammiccamento oppure una frase, un gesto a cui segue il colpo (spesso e volentieri il pugile diventa di colore rosso per un istante). Noi dobbiamo parare o schivare e colpire, se siamo bravi a centrare il momento giusto guadagneremo una stella (fino al massimo di 3) per fare un super colpo o azzeccare la contromossa se il cattivone tenta di affondare un pirotecnica mossa speciale. Nel gergo tecnico questi schemi si chiamano pattern: NON DATE un occhio alla guida su Gamespot o ve lo bruciate subito. Ce ne sono ben 13, inutile ricordare che sono stati ripresi i classiconi: dal sacco da boxe Glass Joe, l’enorme King Hippo e il mitico Don Flamenco (con tanto di parrucchino), al temibile Mr. Sandman. Tutti carismatici, demenziali, splendidamente ridisegnati in stile cartoon (ringraziamo ancora una volta il Cel-Shading). Non mancherà nemmeno il nostro allenatore Doc Louis sempre ghiotto di cioccolata. Inizialmente volevo bocciarlo in toto questo gioco perchè manca Super Mario come arbitro. Scherzo. Dicevo allora com’è? Gli appassionati rispolveranno agli inizi le tattiche già usate in passato e la longevità sembrerebbe in pericolo. Una volta finito il roster, si continua e gli avversari avranno pattern totalmente differenti e ostici garantendo una buona rigiocabilità. In questa “tornata” bastano 3 match persi e il gioco termina senza appello: una seria sfida. Inoltre si possono fare ulteriori incontri in stile esibizione per sbloccare contenuti extra (tipo abbattere Von Kaiser con pochi colpi e così via), contenuti come musiche, voci, artwork e altro. In single player la sostanza non mancherà. Per i novizi c’è la palestra per allenarsi con l’avversario a cui si è al momento arrivati per sconfiggerlo in formato olografico senza rischiare di andare al tappeto, utilissimo per imparare. Ben bilanciata la curva d’apprendimento. Il dubbio semmai resta la solita politica Nintendo di non credere all’online e rilegare l’esperienza al solito uno contro uno in locale, senza personaggi oltre al base che piloteremo (grande disappunto), Little Mac e la feature di ingrossarsi diventando uno schiacciasassi… Nemmeno un torneino customizzabile, del resto Street Fighter IV non fa eccezione… Un gioco basato su schivate e riflessi forse avrebbe risentito della latenza ma ho notato che perlomeno su altre piattaforme anche giochi esigenti restano godibilissimi. Nintendo resta Nintendo: party game fianco a fianco, non via internet. Passi l’online snobbato ma maggiore profondità di contorno non avrebbe fatto male: poter pilotare i pugili a disposizione, magari infilandoci una piccola componente ruolistica, ancor più utilizzare il proprio Mii con un editor e crearsi il proprio pugile personalizzato. Peccato. Le musiche riprendono il tema classico e ogni pugile ha il proprio caratteristico. Chicca alcuni effetti sonori dei vecchi classici. Due paroline per chiudere vanno spese sui sistemi di controllo, a scelta sono ben 3: wiimote tenuto in orizzontale a modo di controller NES, wiimote + nunchuck con o senza wii balance board. I tecnici (e devo dire chi vorrà portarlo a termine) dovranno ripiegare sul controller tipo NES, non c’è scampo. Se l’accoppiata serve solo a colpire agitando i controller (furbescamente le schivate sono manovrabili con lo stick sul nunchuck), può darsi che non sia sufficiente rapida a livelli di gioco alti. Nessun problema in multy. La wii board usata solo per schivare poi è una trovata commerciale in quanto non sufficientemente reattiva, ergo evitabile.

Punch-Out si rivela un ottimo prodotto, come molti titoli storici ritornati su Wii sono adattissimi per il casual gaming mentre padroneggiarli ad hoc richiederà maggiore impegno. Manca una solida componente online (classifiche ad esempio) e multiplayer (solo locale), profondità nelle scelte tra opzioni di gioco e longevità. Globalmente puro gameplay e divertimento, il che di solito è ciò che si cerca in ogni videogame.

SFIV, altro countdown

Mancano 29 giorni al day one per il grande arrivo su console e ritorno di un brand storico. Street Fighter 2 (e successivi remix) hanno rappresentato l’icona per eccellenza dei picchiaduro uno contro uno, il capostipite che ha fatto scuola. Più di Tekken, di Soul Calibur. Motivo? Carisma del roster di lottatori, giocabilità immediata e perfetto equilibrio dei colpi. Scuse per tanti cabò a scuola, pomeriggi interi in bar e incalcolabili quantità di 200 lire finite nella feritoia del cabinato. Senza troppa modestia ero un terrore, una sorta di temibile stronzo che occupava la macchina a tempo indeterminato perchè quasi nessuno mi buttava fuori e mestamente mi veniva lasciata a disposizione. Generalmente usavo Blanka ma poi con l’arrivo della CE ero chiodo fisso con Vega. Li sapevo usare tutti, meglio andare sicuri. Certamente non è stato il mio arcade preferito. Per collocazione storica e genere rimane sempre Mortal Kombat II (sapevo usare shang tsung, con morph e mosse/fatality di tanti lottatori a memoria, roba d’altri tempi) seguito da Killer Instict.

Oggi torna rigorosamente bidimensionale e rivisto graficamente. Purtroppo (a seconda dei punti di vista) e per fortuna sembra inalterato anche il gameplay, nel senso che la tecnica è importante ma certamente si offre a spudorati giochetti ripetitivi che possono dare del filo da torcere, vedere il video della finale ufficiale in giappone per credere!

i cinquant’anni del Risiko

Proprio così, mezzo secolo per uno dei grandi vecchi. In realtà sarebbero 52 gli anni, visto la primissima pubblicazione in Francia, però il botto arrivò per mano della Parker nel 1959 e ad oggi è uno dei giochi più diffusi nonchè il papà di tanti wargame e presente in numerose edizioni. Amato o odiato (personalmente odiatissimo), bene o male tutti noi ci siamo in qualche modo incappati. Tra amici o in famiglia la domenica pomeriggio, a casa o in bar, sotto le feste, torneoni, bestemmie, colpi di culo vergognosi ai dadi. A volte interminabile, a volte subdolo nella diplomazia possibile. Curioso come in Italia con il mercato ludico siamo messi oltre il fanalino di coda, il Risiko è assieme al Monopoli e al Cluedo, una reale istituzione che ha permesso di elevarsi a livello internazionale con un set di modifiche tali da renderlo un pochino meno fortuna dipendente. Insomma noi lo giochiamo tanto e meglio rispetto agli americani. Il post vuole non solo rendere omaggio quanto mettere in evidenza una simpatica iniziativa della Winning Moves che ne ha preparato una edizione identica alla classica del 1959, con tanto di video promozionale qui sotto, a poco più di 40$. Ne è passato di tempo, eh?

il prossimo Dante.

Era già nelle voci di corridoio dallo scorso Video Game Awards, oggi è ufficiale. EA Redwood Shores, il team di sviluppo di Dead Space, ha tra le mani un potenziale blockbuster, previsto a fine 2009 su x360 e PS3 (probabilmente anche su PC). Euforico Jonathan Knight, produttore esecutivo: Il momento è quello giusto per il mondo dell’intrattenimento per adattare questo capolavoro letterario, e reintrodurre il genio di Dante al pubblico, che potrebbe essere poco familare con i dettagli e le sfumature di questo capolavoro dell’arte.
Vedremo. Dal trailer si intuisce pochissimo, ovviamente, ma il team ha dimostrato una grande capacità nel sapere gestire questo genere. Go to Hell!

Meteos Wars live arcade

Non finiscono solo giochini PSP Sony o classiconi da bar sul Live Arcade dello scatolo. E’ scivolato anche Meteos, uno dei giochi più consumati su DS, tanto che lo presi all’uscita americana piuttosto che aspettare 6 mesi. E’ una specie di droga ludica, fottutissimo puzzle a blocchi psichedelico della solita Q Entertainment, o meglio parto di quel geniaccio di Mizuguchi, non poteva scapparmi per nove euro scarsi. Si tratta di allineare blocchi con simboli assurdi in modo da farli bruciare e spingere verso l’alto eliminando gli altri che nel frattempo sono caduti sopra. Il bello è che ci sono 20 pianeti e ognuno ha una sua differente gravità, accellerazioni, spazi in modo da garantire una rigiocabilità elevata e un bel caos. A differenza dell’arenato Lumines, sono riuscito ad identificare quel flusso che permette di giocare a istinto senza fermarsi a pensare troppo. In effetti un nanosecondo perso quando sei nei guai significa andare in game over ed ero curioso vedere come avevano adattato il gameplay da un pennino (immediato e frizzante) a controller. L’operazione è riuscita per metà. Il gioco inizialmente è studiato proprio per sfruttare al meglio le peculiarità del touch sul DS. La macchinosità di un controller, un quadrato che si sposta e un tasto per alzare o scendere i blocchi, non è come agganciarli e trascinarli su schermo. Non è ingiocabile, dico solo che c’è una bella differenza. Inoltre ci sono due o tre magagne parecchio seccanti. In primis, cosa diavolo serve splittare lo schermo per dare spazio alla CPU, quando bastava il radar che ti dava una idea di come l’avversario era messo? Molti power up sono spariti (a ragione per compensare il sistema di controllo) però il fondere i meteo raccolti per sbloccare roba era carina come idea. Novità messe per motivare l’acquisto sono il Planet Impact, ovvero una sorta di potere differente da pianeta a pianeta (tipo segare alcune file di meteos o buttarne di pesanti, incolori eccetera) e gli accessori alieni con i quali dare un tocco di personalità e nient’altro. Time attack a 1 minuto, 100 meteos o a oltranza come modalità extra. Di importante c’è l’online e le classifiche, in puro stile arcade come solito. Musica elettronica ma preferivo il minimalismo della versione su portatile. Dettagli di poco conto, il demo è disponibile, provarlo non vi costa nulla. Almeno questa volta gli obiettivi non riguardano il multiplayer, non diventerete di gomma per sbloccarli.

Invaders Must Die.

2 Marzo 2009.
Questa la data d’uscita del nuovo Prodigy.
Dopo l’aborto Always Outnumbered (vabbè mica lo consideriamo un disco dei Prodigy ma una parentesi inutile di Liam) si torna alle origini che sulla carta contano ovvero il trio Flint, Maxim e Howlett. Back to 1997. Fat of the Land, ma niente ballerini inutili. La news non è molto recente, invece il singolo gratis scaricabile dal sito ufficiale lo è, roba fresca fresca di ieri.
In home page la band si sputtana così: “The result is back to their bone shaking best, a collision of old skool rave noise with the stratospheric limits of new technology”. Il che mi fa pensare solo a una cosa, se il resto del disco è come il singolo offerto la presentazione ci becca poco. Se ne siete incuriositi datevi una mossa perchè l’offerta del download dura fino a mercoledì prossimo.

Vabbè, so che la pigrizia è vostra parte integrante, tranquilli ci pensa il tuo tubo.