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La macrocosmica creazione di uno splendido Antares…


Neuronic, by Donna Quinn

L’ultimo colpo è il più importante per lo Scorpione. Arrivi al culmine, ancora una puntura e metti la parola fine. In realtà sei al passo in cui stai per ottenere il niente. Frustrante. Ci si sente a un passo dalla disperazione mentre a mente fredda pensi che forse è meglio cedere e lasciare perdere. Prima o poi devi accettare che hai cannato da qualche parte e sprecato ridicolmente (inutilmente? paradossalmente?) l’ultimo affondo. Non ce l’hai fatta, chiacchiere e distintivo. Come e dove hai sbagliato è analisi che rilegherai in un secondo momento a mente meno annebbiata. Dovevi osare oltre il limite e piantargli la lingua in gola accarezzandogli le tonsille, con quel savoir faire che ti si addice. Ma non è il mio stile. Non ce la faccio perchè ciò che viene dopo sarebbe devastante e incontrollabile. Non posso arrogarmi tali responsabilità. Non è giusto. Chi sono io per comportarmi così? Chi sono io per disintegrare tali equilibri? Ho una faccia tosta che non realizza quante persone farei deludere e incazzare come biscie. Ma frega poco, io penso per me stesso! Prima di questo guaio ragionato che state curiosamente leggendo, voglio dire che sono riuscito a sopportare ogni singola fitta precedente soffrendo le pene del dolore con un motivo bello chiuso in testa. Chiodo che vorrebbe uscire ed esplodere in uno sfarzesco tripudio di luci. In realtà l’unica cosa che posso fare è lasciarmi andare alla propria natura, inarcare il pungiglione e vedere che succede. Solo così posso uscire realmente di scena. Complimenti Eldo, tu fotti l’istinto. Senza clamori, lieto e silenzioso lascia morire e butta quella porzione di cuore. Condannato alla sofferenza? No mai. Ce ne vuole per corrompermi tutta l’anima. Piuttosto perso nella non completezza e mi ci crogiolo un pò. Ancora qualche giorno. Il bello è che qui tanto non si legge un cazzo di questo delirio. Contenti? Tranquilli adesso resetto il sistema e riparto. Grazie per avermi sopportato anche stavolta.

L’eterna discordanza delle tentazioni intrecciate


Entwined, by Kirsten Bailey

Paralisi e analisi odierna, che circola da giorni nella mia testa. Viene da chiedersi se nel silenzio prolungato prima o poi qualcuno cederà. Se mai serve. Se l’istinto resta inalienabile e confinato, si rischia di arrivare ad un livello in cui si deve essere pronti ad esplodere in ogni momento, con l’effetto domino inevitabile, inarrestabile e devastante nelle conseguenze. Una goccia che giorno dopo giorno va a riempire un fondo. Se ti bacio ti confondo. Se ti scrivo ti confondo. Sintetico, duro, aspro. Reazione. Aggirare il problema alla radice può essere una soluzione, ma prima o poi i microcosmi collasseranno. In positivo. In negativo. Dipende. Nuova vita, solita vita. Dualismo con sbalzi nell’uno e nell’altra, solo il tempo può dare risposta e forse in grado di sopire, ma non cancellare definitivamente. Viene ancora da chiedersi come tali scompensi possano sbordare oltre un limite impresso nel nostro sub-conscio. Ovvero induttivamente parlando, periodicamente si manifesta tale discordanza ma la verità scientifica su quel limite è che sembra decisamente fragile… Un limite puramente soggettivo che è impossibile da quantificare a meno di esserci in mezzo…

Caduta del sogno nella torre turchese

Salivo salivo salivo. C’era un forte odore di muffa. Stantio. Nero. Ora oscura. Stanchezza mentale. Cammino leggero, intontito dallo zero sonno, quasi mi vedo dall’esterno, sogno distorto in incubo dove la realtà si plasma nell’astratto. Una inconsistenza fatta di foglie secche, nella quale vedo chiaro e scuro. Non sento le mani. Non sento i piedi. Solo vuoto. Silenzio. Il soffitto sembra fatto di cera, se c’era, il pavimento mi ricorda un porticato lastricato di stelle, nere. Eco velo d’azzurro sui miei occhi e profumo nell’aria. La bacio, la bacio ancora, sempre meno rubato, sempre meno da attimo colto, pian piano sempre più deciso. Oltrepasso la linea, non è più un confine immaginario sepolto nell’anima. Ma fino a che sarò in completo controllo, non succederà quasi niente. Fatto apposta e lo sa. La stasi ha poche direzioni. Una goccia di ricordi che lentamente muore… Una per ogni pensiero dolce… Sono in trappola, spero di trovare la chiave…

Le ali grattate d’argento…

Facce strane, mondi vuoti. Ali grattate d’argento vi chiamo. Portatemi via nel luogo dove la solitudine empia e girandoci intorno fluvia, dorme. Gusto la sigaretta che inesorabilmente finisce. E lascerò correre. Perchè quando è ora devi accettare. Devi mollare. Contemplo il silenzio. Potrei chiedere stato migliore? No. Vorrei solo perdermi senza risposta. Forse non voglio conoscere la domanda. Fa male… Poi però, rimane l’eco del tuo sapore. Lachesi, continua a tessere il mio destino… Non so dove porterà… Le chiedo se posso tornare indietro e ripetere quell’istante… Tornare indietro e ripetere quell’istante… Tornare indietro e ripetere quell’istante… All’infinito…

Trofei del nonsense

Prima di leggere, volete cliccare play su quel video qua? Grazie. Il cuba libre con lo Zacapa procura sensazioni paragonabili al terrorista pronto a farsi implodere per un pugno di sette vergini. Delirio, paradiso, sconnessione. Quindi provo a scalare una ampia parete di tegole rosse chiedendomi un perchè? Quante devotchke (un terzo minorenni, ma scosciate con le gambe tornite non sembrano mica) scorrono nei miei occhi. Perchè? Dove sono finito? Mica lontano eh, sempre nel paese. Perchè? Sono cambiate così tante cose? Nella perdizione della gravità, si prova a trarre una conclusione. Un pensiero bello per me, un pensiero brutto per te. Poi non c’entra nulla, passo a un altra e casualmente squarci il telefono. Sai che non resisto a sparare due puttanate fatte bene per stuzzicarti, così rispondi sempre. Ma chi sei tu? Poi mi sorprendi. Mi dici che hai voglia di lubbilubbing. Ora che devo rispondere? Mica come quel cretino che smessaggia una mia amica e gli dice, facciamo domani. CIOE’. Ti invita a casa sua e non ci VAI!?! No eh, la declassazione della razza maschile la sopporto poco poco. Mi rovello. Mamma mia! Dico ci sono, ok, 600 secondi e arrivo. Puoi aspettare? Ce ne vogliono 15 di minuti ma andrei veloce. Tanto basta per ridurli a 10. Niente. Allora?!? Pieno di Aperol per declassare il tasso. Come se servisse, se mi pizzicano torno a rivedere le stelle. Lei brilla dice che dorme, domani chissà. Un sorriso dolce. Ma domani non è adesso. Il tempo fugge, si creano alchimie irripetibili. Non ci sono le donne di una volta, è pur concepibile che non ci sono più nemmeno i malchick di quella volta. No ma io no, sono altro. Tu chiami e mi materializzo, semplice. Senza fretta. Ora siamo nella casa della devochka più ambita, quella tornata singol. Siamo un ampio gruppo, però. Troppi galli per un pollaio fatta di una. Ridere ma non si becca, tanto vale chiudere e andare a letto. La stanchezza ha preso anche me. Finita, per ora. Congedo. Ancora Zacapa per la prossima volta, che mi ispira a scrivere. Very denghiù Bartender. Ehi. Piaciuta la canzone?

Sberleffi vari, ma solo per via della foto

Stasera sono rimasto colto da una inquietante ondata di scazzo, senza un preciso motivo. Così sono rimasto in casa a farmi un bel paccone di cazzi miei in pieno relax, alla prossimità di un weekend decisamente ricco di impegni dei quali personalmente frega poco o nulla. Ma si sa, la parola data è parola data, pertanto pazienza. Ultima volta, promesso, non mi sono mai visto così disponibile. Ad ogni modo tornando in topic, la foto qui sopra come sempre non nasconde particolari significati. L’ho messa e basta, un leit motiv dedicato al senza un motivo. Così per motivare (ripetizioni valgono doppio?) la serata casalinga, indeciso se sviscerare ancora un pò il Mortal Kombat o massacrare orde di infetti in Left 4 Dead 2, ascoltare l’ultima selection Hed Kandi che mi torna dopo 4 anni con una “serve chilled” estiva, mi sono infilato… Aspè, volevo dire ho infilato nella fida PS3 il Blu-Ray di Wolfman, remake dell’intramontabile originale Universal del 1941. A 12 euro ci può stare, soprattutto in versione estesa che di fatto lo migliora e non di poco. Purtroppo l’inculata di striscio l’ho presa, è scaduto il dicembre scorso lo streaming gratuito del film originale, te possino ammazzà Sig. Universal, un anno fanno durare le promozioni. Va bene, riguardo al remake però continua a non piacermi, fatto bene, recitato benissimo, blablabla, ma proprio la storia mi prende come la Corazzata Potemkin e la sua Scalinata di Odessa. Ok ok ok, basta fare il cinefilo esperto, la Corazzata ahimè fosse una volta sia riuscito a vederla tutta in un colpo. Il cinema classico russo è leeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeento… Tornando In Topic, a post visione vado sempre a cercare un pò di informazioni (anche scaricare la OST se mi manca, a riscaricarla perchè me la mena cercarla nei vari HDD di stoccaggio), dicevo cercare informazioni in giro e scopro come il film sia stato un disastro al botteghino, ma ha recuperato un casino in home-video. Ohi signori, codesto fatto mica è una novità. Ben più succoso il notare come sono stati distribuiti i 16 minuti e mezzo, mi sono detto stavolta Eldo non esiste qualcuno che ti fa l’analisi dettagliata e meticolosa, e invece SI’. TIE’. Vacca (la foto di cui sopra è una muccona) quante belle curiosità.

Ora però vorrei precisare una cosa. Che tutto stò post è cominciato perchè volevo usare una parola sentita nel suddetto film, ovvero abbacinante. CaXXo, parolina in un inizio topic per buttarci questa parola, usarla da trampolo per sbrogliare un topikkone di quelli pesi. Ci sono riuscito(?), ma tra una balla e l’altra ho impostato in maniera decisamente diversa la baracca… Me tapino… Qualcosa c’entra… Sono accecato dallo scazzo… No?