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In brasile tra quattro anni!

E così sono finiti i mondiali in sud Africa 2010 con la vittoria tutta “roja”. Cosa si può aggiungere? Resteranno un bel ricordo. Rimarranno le Vuvuzela sicuramente e la Waka di Shakira che francamente ha sfracellato i coglioni. Rimarrà sicuramente la finale più cattiva e calciona, per far capire al resto del mondo che noi europei meniamo di brutto se necessario e rulliamo in campo internazionale da oltre un decennio e anche fuori casa. Italia a parte, Francia ancora di più ma questo è un altro discorso. Ci si può solo rialzare. Rimarrano gli erroracci arbitrali e Webb nella finale è stato il più coniglio di tutti contro ogni aspettativa. Rimarrà un Maradona che in campo è stato leggenda, come allenatore si arena al primo scoglio. Rimarrà sicuramente l’immagine di Mandela che nonostante i problemi di salute ha voluto esserci. Rimarrà un Giappone che per un pelo non faceva il colpaccio di finire tra le migliori 8 al mondo. Rimarrà la Germania che stecca sempre sul più bello. Rimarrà un Brasile incazzato che cercherà di vincerla in casa fra quattro anni e spero che se non ci siamo noi, ci rivoglio l’Uruguay con il miglior giocatore del torneo Forlan a rizittire il Maracanà come nel 1950.
Ma dai diciamocelo, in mezzo a questo minestrone rimarrà sicuramente Casillas, con lo “beso y lágrimas con su novia periodista Sara”… ¡Qué grande es este capitán! 😀

Ah ecco, non possiamo scordarci del vero protagonista, il polpo Paul! C’ha beccato pure la finale! Pare che la Merkel abbia scomodato Chuck Norris per rimediare…

Beh arrivederci in Brasile!

Requiem for a Trinitron

Trinitron. Se mettessi Sony davanti a Trinitron a malapena qualcuno potrebbe ricordarsi che si tratta di un televisore, precisamente un marchio di tecnologia messa a punto nella fine degli anni ‘6o. Quando venne comprato oramai era oramai sulla via del tramonto (credo arrivarono i WEGA), comunque ha fatto 20 anni di servizio, manco a farlo apposta venne preso in occasione dei mondiali di Italia ’90 e molla definitivamente il colpo alla vigilia di quelli nuovi. E’ andato avanti come un mulo da soma, rompendosi comprensibilmente qualche volta e con un paio di transistor sostituiti tornava operativo. Ma quando è il tubo a cedere arriva l’ora di appenderlo al chiodo, si fa per dire visto quanto pesa. Per lui è arrivata la via (ingloriosa) della discarica, non che sia meglio oggi. Già, se impazzisce un pannello, lo prendi e lo butti, ne compri un’altro perchè ripararlo costa di più (e guardacaso esce sempre di garanzia con precisione millimetrica), in pieno allineamento del pensiero consumistico proprio dei nostri tempi. Vatti a fidare dell’assistenza che te lo tiene disperso per mesi. Una volta si cambiava un pezzo e via. Vabbè. Lo ammetto sono triste, sono cresciuto con quel TV. Ricordo gli esperimenti per trasferire le musiche di Atmosfear utilizzando le uscite analogiche direttamente nello stereo, così come i videoclip che registravo da Videomusic e così via. Per l’epoca il polliciaggio era maestoso nel suo granitico 4:3 (oggi farebbe scappare dal ridere), mi sembrava enorme.

Il suo sostituto è un anonimo Samsung, in cui io non ci ho messo nessun supporto in fase di scelta, ma la cosa che mi ha lasciato di sasso è che il tanto chiaccherato Digitale Terrestre si vede, eccome. E io già pensavo a tutta la trafila necessaria per cambiare antenna, cablaggio, eccetera e qualche installatore mi disse che al momento nella nostra zona nisba. Meglio così, lo switch-off è previsto in autunno. Al momento si blocca ogni tanto Rai Uno, ma tutto il resto funziona. Non ci avrei scommesso un’euro…

Buon Compleanno NES!

Eh sì, miei cari amici, il Nintendo Entertainment System oggi compie 25 anni! Uscì proprio nel 1985 negli States e nell’86 in tutto il mondo. Che tempi! Prima era il FamiCom (Family Computer) e arrivò sul mercato nipponico nel 1983, ma il vero successo e ricordo della memoria collettiva videoludica, rimanda alla silhouette della foto qui sopra. E’ lui, il mitico Nintendone, carico di classici intramontabili con le cartuccione. Da Super Mario Bros, il videogioco più venduto nella storia, ancora oggi riproposto in miliardi di salse, oltre 200 giochi hanno avuto l’idraulico baffuto di Miyamoto come guest star. E che dire di Castlevania, Excitebike, Punch Out, Zelda, Donkey Kong? Duck Hunt con la Zapper? Il Power Glove?!? Il R.O.B.!!!??? La croce direzionale prima del NES non esisteva. Rivoluzione! Solo il pad ha fatto storia, anche come fenomeno sociale (magliette, gadget, portachiavi, musica. Fate un giro su ebay!). E’ grazie a questa console che il videogioco si è affermato nel mass market, cominciando pian piano a sdoganare le sale giochi a favore della comodità domestica, oggi alla sua massima espansione. E dopo 25 anni il Wii è la console vincente di questa generazione, con oltre 70 milioni di pezzi venduti, stessi numeri di allora. A guardare quello che fa il Wii oggi, connettività, controller, internet, rilega il NES a vecchio babbione preistorico da museo. Ma chi se ne frega. Il NES avrà sempre il posto nella teca migliore! Curiosità, la produzione cessò nel 1995, mentre i componenti di ricambio andarono avanti fino a 7/8 anni dopo.

Ecco il Famicom (Nintendo, 1983)…

Dungeonquest al Realms of Terrinoth!

 

I più attenti e fortunati partecipanti all’Event Center Fantasy Flight Games dello scorso weekend avranno notato con goduria un box dietro una teca di cristallo, roba da brividi! Talisman per me è stato l’apripista nei GdT “seri” oltre 15 anni fa ed è un totale piacere vedere confermate le voci di corridoio che davano il followup (meglio dire remake) dell’amatissimo Dungeonquest in arrivo nelle prossime settimane (anzi direi mesi). Quanti pomeriggi a saccheggiare la tana del drago! Lo shot qui sopra dimostra la reale presenza di questo progetto, sul quale però ovviamente si sa poco o niente a parte l’ambientazione di Runebound. Aspettiamoci un grande lavoro ma con il dovuto omaggio a questo classicissimo fantasy che quest’anno compie 25 anni! Se faranno come per Talisman non ci saranno grandissimi cambiamenti e questo per me rimane un bene, il gioco funzionava alla grande così com’è e bastavano piccole aggiustatine…

Fonte BGN.

Sancio Panza.

 

Ok sono nella memoria collettiva. Mi sono impossessato di una postazione abusiva per scrivere cazzate inerenti al mio essere. Faccio parecchia fatica per correggere punteggiatura e grammatica ma al momento la mia unica preoccupazione è levarmi dalle palle e andare a  nanna che sono cotto. Difatti voglio solo andare a dormire, sognare di essere Bo dei fratelli Duke ad  Hazzard e guidare una macchina del cazzo smarmittata e non rompere le palle al Rosco di turno. Solo dormire e sognare scorrazzate con la macchina, mangiando carne come Boss Hogg. E il resto viene da sè… Notte a tutti e che domani sia sempre una giornata migliore. E sarà meno patocca. 😀

40 anni fa finivano i Beatles.

 

E per dirlo fin da subito cominciò la leggenda. Anche se dall’annuncio di Sir Paul quel 10 Aprile 1970 il gruppo era già andato e finito con Abbey Road (è bene ricordare che Let it Be fu l’ultimo album in termini di pubblicazione ma non realizzazione), va a sapere il vero perchè e non lo sapremo mai. Dissapori, incazzature? Divergenze creative? Gli allucinogeni? Mah, troppo semplice. In fin dei conti mollare all’apice del successo è la migliore polizza remunerativa per la propria carriera: tutti si ricorderanno di te. E non solo per le mode, la frangetta, le crisi isteriche delle fan, lo sdoganamento del pop a fenomeno di massa commerciale, il marchio indelebile delle sonorità (chi non ha mai sentito parlare del b0rit-pop) ancora oggi in largo uso. I gossip e leggende, tipo il McCartney sosia, i versi satanici, i messaggi subliminali, la pionieristica sperimentazione (negli anni ’60 chi pensava di suonare sopra un nastro riprodotto al contrario?). Piuttosto per aver detto tutto quello che si poteva dire in sette anni e 13 dischi, con i singoli tutti direttamente numeri uno nelle classifiche, di fatto cambiare la concezione che c’era prima di musica, come uno spartiacque. Saper cogliere le trasformazioni delle scene culturali, diventare i simboli di una generazione, saper vendere la propria immagine. A me i Beatles non sono mai piaciuti, non mi hanno mai pigliato, preferivo la controparte americana, i Doors. Però hanno dato tantissimo alla musica e continueranno a farlo. Il resto sono solo puttanate. Punto.

Thomson 8 bit. Più conosciuto come Olivetti Prodest.

 

C’era una cosa che mancava nel mio comparto da retrogamer. Ovvero ritrovare un paio di giochi con il quale sono cresciuto e ho buttato via pomeriggi interi della meglio gioventù. Non era solo l’era del tramonto per l’Atari 2600, di cui possedevo (anche tutt’ora) l’ultima incarnazione Jr. ma l’arrivo dell’Olivetti PC 128 Prodest fu il botto. Un computer a cassette con 64kb di ROM, grafica da 160 x 200 a 640 x 200 pixel fino a 16 colori (da una palette di 4096), numeri che fanno ridere al giorno d’oggi. Ma io dico che al passato si deve sempre molto, anche in questo ambito. Il sistema operativo era in BASIC e all’epoca fu molto utile per imparare i primi passi di programmazione a scuola. Quello che non sapevo era l’essere importato dalla Francia, precisamente diretto discendente del MO5 prodotto dalla Thomson nel 1984, che subì ben 11 restyle tecnici e vendette centinaia di migliaia di pezzi (nel 1986 si stimano circa 430000 unità). Uno dei suoi giochi più famosi era Vampire, prodotto dalla Infogrames, piccola software house partita dal nulla e oggi controlla proprio l’Atari (oltre ad aver infilato le mani in marchi storici come GT Interactive, Accolade, Shiny Entertainment, quelli di MDK, la Ocean e altri). Divagazione a parte, il Thomson fu una timida risposta assieme all’Atari ST del periodo d’oro dei PC da intrattenimento dominato da mostri insindacabili come Commodore 64 e Amiga. Tutte queste dannate macchine le ho provate all’epoca da amici, il che mi fa pensare che ho vissuto con un colpo di culo pazzesco, irripetibile, memorabile e frustrantissimo. Pochi colori, qualche sprite e l’immaginazione. Decine di minuti per caricare una partita a Gauntlet, usando la cassetta, dove bastava un bit rotto che andava tutto a puttane. Quando si usavano le riviste per i giochi e leggere le recensioni. Pomeriggi interi per provare un paio di giochi. L’Olivetti Prodest, nonostante un buon successo di mercato anche in Italia, non ebbe nessun terremoto videoludico quanto applicativi per l’ufficio o la penna ottica, una figatissima poter disegnare usando la TV come lavagna. Però visto che passavo dei pomeriggi interi da una coetanea vicina di casa (che l’aveva), ci potevo giocare con maggiore frequenza. Oggi la fortuna di vivere in un epoca dove nonostante tutto qualche nostalgico conservatore c’è sempre (troverete pure le brochure), si trova tutto comodamente emulato sul proprio PC. Precisamente su DCMOTO e sì, c’è anche quel fottuto Vampire che vi consiglio di provare, l’applicativo che si trova qui funziona senza problemi con Windows 7 e non necessita dell’emulatore, semplice e diabolico nella sua semplicità assieme a Imperialis, La miniera di Diamanti e Orbital Mission, dannatissimo gioco che non sono mai riuscito a finire.

Game Room: si torna in sala giochi!!!

Chi non ci è mai stato? Esplose nei primi anni ’80 per poi restare sull’onda fino a metà degli anni ’90. Il miglior periodo videoludico di sempre, soppiantato dall’home entertainment. Vabbè, amarcord a parte ora si torna in pista. Esatto, con tanto di arcade da bar che letteralmente prosciugavano la paghetta quel tot di anni fa. L’idea di base è praticamente una sorta di Playstation Home a sfondo retrogaming, con tanto di avatar (le controparti digitali in ambiente xbox) che prendono a calci i cabinati quando ci si incazza. Come ai bei tempi.

La lista al lancio è succosa:
Adventure
Armor Battle
Asteroids Deluxe
Astrosmash
Battlantis
Centipede
Combat
Crystal Castles
Finalizer
Football
Jungler
Lunar Lander
Millipede
Mountain Madness: Super Pro Skiing
Outlaw
RealSports Tennis
Red Baron
Road Fighter
Scramble
Sea Battle
Shao-Lin’s Road
Space Armada
Space Hawk
Star Raiders
Sub Hunt
Super Cobra
Tempest
Tutankham
Yars’ Revenge

supporto multiplayer dove previsto, obiettivi, classifiche e risoluzione a 1080p. Diciamo che lo spirito non viene ricreato solo come ambienti di gioco, quanto la politica acquisti degli stessi, in Microsoft Points: 400MP (5 euro) nel caso del doppio formato, ovvero comprare la versione sia per 360 che PC, 240MP (3 Euro) per una sola piattaforma e 40MP (50 centesimi) per una singola partita, tipico mordi e fuggi, l’immortale “gettone”. Il 2010 sarà un bell’anno per le console in generale vista l’impressionante lineup di giochi in arrivo, ma soprattutto l’xbox vedrà il tanto sbandierato Project Natal e appunto la Game Room.

POWER ON!

Oggi post dedicato a un piccolo salto indietro nel tempo. Buona parte della mia “gasaggine” fantascientifica, deriva proprio da questa serie di culto Anni ’80. Completamente andato a tal punto da organizzare vere squadre di compagni contro improvvisate resistenze umane e sfoggiare a scuola l’XT-7 Jet con Power incluso che saltava fuori quando “subiva” troppi colpi davanti alla TV. I giochi infatti erano interattivi, bisognava colpire i riquadri luminosi (e molto crisi epilettiche), un sistema ad oggi antiquato ma all’epoca molto da effetto. Ho ancora la VHS (ragazzi, videocassetta…) di Road to Volcania, un cartoon in prima persona appositamente studiato per il gioco casalingo. Grazie ai potenti mezzi “distributivi” si possono colmare le tante lacune che questa serie mi aveva lasciato, ad esempio sul fatto che si interruppe alla prima stagione per i costi eccessivi e contenuti giudicati troppo aggressivi per i ragazzini. A leggerle vien da sorridere, roba proprio di altri tempi, ma la Mattel (e il mercato in generale) era molto rigorosa a riguardo (vi ricordate lo Scienziato Pazzo?). Ora però mi viene in mente un dubbio, ho sempre creduto di aver perso l’ultima puntata (successe molte volte, clamoroso con Voltron) ma con il Capitano ero sicuro di essere a posto, grazie alla puntualità di Odeon TV. Però si interruppe di colpo. Vuoi vedere che ho risolto uno dei dubbi personali più importanti della mia esistenza?

Buon compleanno a Tetris!

Tetris come importanza può essere paragonato al fenomeno Pac Man per successo, diffusione ed evoluzione videoludica. 25 anni e non sentirli, questo mostro sacro ancora oggi resiste, plasmato, riplasmato, clonato all’inverosimile con il passare del tempo. Molti spunti nei puzzle game moderni restano riconducibili a Tetris e devono renderne dignitoso omaggio. Chissà se senza di lui il Nintendo Gameboy (e quindi tutto lo sviluppo delle console portatili negli anni a venire) può vantare un record di circa 119 milioni di pezzi venduti. Beh, complimenti per l’idea, compagno Alexey Pajitnov, del resto lo smalto non lo ha perso nel tempo (ebbene sì, Hexic il gioco arcade gratis presente su 360 è opera sua…).

Quella birichina di Schtroumpfette…

Oggi parlo di una divagazione assai contorta ma fortemente probabile, protagonisti i simpatici ometti blu che hanno di fatto deviato l’infanzia di molti in maniera subdola e senza accorgersene. Non stiamo parlando delle solite domande su dove stiamo andando, cosa ci facciamo al mondo ma qualcosa di più concreto e palpabile: con chi stava la Puffetta? Premessa, i Puffi sono comunisti e state tranquilli che pure Berlusconi ve lo confermerebbe. Una collettività perfettamente organizzata in grado di gestire pienamente le risorse a disposizione in ambito lavorativo: i Puffi si dedicano alle mansioni senza fini di lucro, non esiste moneta interna e la produzione viene ridistribuita all’interno del villaggio. Anche i personaggi principali sono ben mirati: Grande Puffo, capo anziano indiscusso con poteri decisionali incontrovertibili e vestito casualmente di rosso, il contestatore Quattrocchi, il braccio violento e legittimato Forzuto, Vanitoso sappiamo tutti che è il puffo culatone ma viene comunque accettato, segno che a Puffolandia vige persino l’uguaglianza sessuale. Se Gargamella che vuole trasformarli in Oro rappresenta l’accerrimo nemico capitalista rimane così Puffetta la mina vagante. In effetti la curiosità sorge spontanea ed immane in quanto c’è un unica “donnina” nella comunità. Puffetta dal sito ufficiale ha una nascita del tutto singolare:
Non tutti, forse, sanno che è stato il malefico Gargamella a dare vita a Puffetta, creandola con l’unico scopo di portare scompiglio e guai nel villaggio dei puffi.
Fortunatamente Grande Puffo, con la sua magia buona, è riuscito a trasformare questo incantesimo negativo in una bella e allegra magia piena di charme.
Grande Puffo, infatti, ha trasformato Puffetta, da portatrice di guai, ad un simpatico e bello puffo in rosa, alla quale tutto il villaggio dei puffi è affezionato e che tutti adorano.

Gargamella non era mica scemo, vuoi vedere se metto nella mischia l’unica femmina il centinaio si scanna? Uno tsunami in grado di distruggere persino il despota Grande Puffo, la solidità armonica di ferro cederebbe sotto la gonnella della nuova arrivata.

Pochissimi sanno però che la Puffetta agli inizi era brutta, sfigata e una grandissima rompicoglioni, tanto che gli altri dapprima incuriositi arrivarono a farle scherzi di tutti i colori, i Puffi sono proprio stronzi. E così per preservare il buonismo generale, il Grande Puffo con la sua magia le ha donato l’aspetto da Vamp a cui tutti siamo abituati. Il dilemma prende forma. Da bambini non ci si fa caso, da adulti arriva la grande domanda su cui verte tutto il post: alla fine qualcuno deve aver pure consumato l’inciucione con l’unica donna disponibile (escludendo Bontina vista la giovane età e comunque arrivata successivamente). Siamo sicuri che il vecchio anziano ne abbia approfittato a mani larghe ad ogni modo se l’intero villaggio poggia le basi su principi di condivisione delle risorse, allora pare lecito pensare che la Puffetta si concede (presumibilmente a turno) regolarmente a tutti i Puffi (salvo Vanitoso) siccome la sua presenza in qualche modo non ha compromesso e tantomeno destabilizzato la collettività. A maggior ragione visto che non lavora e combina solo guai. Anvedi che furbona…