Anamorph recensione

Oramai i thriller a base di killer seriali hanno come modus operandi il Se7en (1995) di Fincher: ambienti luridi, buio spezzato dai fasci delle torce, omicidi brutali che vanno oltre lo slasher, disturbati, ritualizzati, malati, che compongono un puzzle lucido e psicotico nel loro insieme. Ciò non solo nel cinema come i vari Saw o il recente The Horsemen, ma anche nei telefilm alla CSI e Criminal Minds, insomma oramai abbiamo uno standard di fabbrica per questo genere. Il punto di vista è la chiave di lettura di Anamorph che nello schema dello psicopatico di turno risulta azzeccato e funzionale: l’anamorfosi sovverte il piano visivo e ci ricorda che c’è sempre un’altra angolazione, sottolineato fin dai (bellissimi) titoli d’apertura. Il canovaccio regge ma ha punti oscuri e qualche contraddizione, sorretto fortunatamente da un buon Dafoe. Il personaggio viene reso troppo chiuso nella sua ossessione maturata dopo la presunta uccisione del serial killer, consumato dal non essere riuscito ad evitare la morte di una ragazza (usata praticamente come esca) a cui era affettivamente legato. Dopo cinque anni di pausa ritorna (o emula? La concessione del dubbio è legittima) a uccidere riassemblando i corpi in veri e propri quadri alla trompe l’oeil, con all’interno un messaggio che verrà solo colto nel finale. Come detto il personaggio è chiuso, consumato dai flashback a tal punto da risultare insopportabile, centro assoluto di ogni sequenza che a tratti si distacca dalla trama in una noiosa analisi intimista. Andando in questa direzione la spalla di turno è praticamente inesistente e mal caratterizzata così come la protagonista femminile, dell’assassino a malapena ne vedremo il volto e non sapremo niente di lui. Ovviamente non è obbligatorio conoscere il seme delle sue folle gesta, ma il “troppo niente” non funziona, i pezzi non si compongono. Così il finale sembra azzeccato ma non culmina e convince come dovrebbe, per quanto onirico e inquietante, smarrisce e scivola via senza lasciare il segno, come tutto il film.

Lascia un commento