Non è un paese per vecchi recensione

Spendo due brevissime righe per il vincitore Oscar 2008. E’ bene ridimensionare gli entusiasmi, il film dei Coen è molto bello ma lungi dall’essere un capolavoro come sventolato ovunque. Ha una storia ben narrata, lineare e avvincente ma non è in grado di lasciare un segno indelebile, non ha trovate memorabili. Occorre un approccio più riflessivo e “impegnato” per il pubblico commerciale ai quali consiglio una piccola riserva. Lo stampo dei registi americani c’è tutto, abbastanza crudo e ritorno allo stile di Fargo mentre nella caratterizzazione dei personaggi troviamo eccellente la prova di Javier Bardem (che però non mi è sembrato un attore non protagonista quanto il contrario) spietato ed inarrestabile nella sua cinica ma lucida violenza, paradossalmente l’unico con dei principi saldi (le promesse van sempre mantenute). Perla da collezione il monologo dove lo sceriffo (straordinario Lee Jones) molla il colpo, soprafatto e sfiduciato in ciò che aveva sempre difeso a rischio della propria vita. I tempi sono cambiati, non c’è posto per uno come lui, in questo finale amaro ma che calza a pennello come velata critica ai giorni nostri.

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